Borsite alla spalla : cos’è e come si cura

Borsite alla spalla : cos’è e come si cura

La borsite è un’infiammazione della borsa sierosa di un’articolazione, nella spalla la borsa è quella subacromiale che si trova tra l’acromion, e i muscoli deltoide e sovraspinoso.

Ci sono 160 borse sierose nel corpo umano. Le più grandi si trovano adiacenti ai tendini delle grandi articolazioni, come le spalle, i gomiti, i fianchi e le ginocchia per ridurre l’attrito di scorrimento tra le varie strutture anatomiche.

La funzione delle borse è quindi quella di diminuire l’attrito tra le ossa, tendini e muscoli, al loro interno infatti contengono una sostanza, chiamata sinovia, che serve per lubrificare e ridurre gli compressioni meccaniche a cui viene sottoposta durante il movimento.

Le borse sierose della spalla (borse sub-acromiali), sono situate sotto l’acromion (un’escrescenza della scapola), fra il deltoide e il sovra-spinoso, ossia fra i muscoli che permettono i movimenti della spalla.

Classificazione

L’irritazione della borsa sub-acromiale può essere suddivisa in tre gruppi:

  • Il primo tipo, noto come borsite cronica, può dipendere da più fattori. Questo tipo è il più comune e si sviluppa nel tempo a causa dell’irritazione ripetitiva della borsa. Molto spesso le persone che hanno una quadro di borsite cronica, hanno un’ alterata qualità del movimento, con conseguente sovraccarico funzionale che fa gonfiare la borsa.
  • Il secondo tipo è noto come borsite infetta ed è più grave. In questo tipo, la borsa è infettata da batteri. Se l’infezione si diffonde, può causare altri problemi. In questo tipo di borsite è utile una terapia antibiotica, meglio se prescritta dopo l’esame del liquido della borsa.
  • L’ultimo tipo, tipicamente visto negli atleti, è noto come borsite traumatica (o borsite traumatica acuta). Dei tre tipi, è il meno comune. È dovuto ad un trauma diretto, allo sfregamento ripetitivo di un’estremità contro una superficie dura o all’eccessiva mobilità dell’articolazione.

Cause

Vediamo le cause della borsite alla spalla:

  • Trauma. A causa di un incidente, la borsa si potrebbe irritare e infiammarsi o addirittura produrre un versamento ematico. Articolazione infiammata. Quando l’intera articolazione è infiammata, la borsa può a sua volta infiammarsi, per alterazioni del movimento e della funzionalità.
  • Sovraccarico. La ripetizione di un certo movimento può portare all’infiammazione della borsa a causa dell’attrito tra la stessa da un lato e un tessuto dall’altro (un tendine, un osso, un legamento).
  • Tendiniti recidivanti o altre patologie articolari a livello della spalla.
  • Disturbi cervicali, possono alterare la normale biomeccanica ed essere concausa dell’inizio della borsite della spalla.
  • Presenza di calcificazioni, valutabili attraverso ecografia o risonanza magnetica.
  • Utilizzo eccessivo dello Smartphone, questo tipo di postura influenza negativamente tutto il distretto cervicale, spalle e colonna dorsale.
  • Utilizzo del Mouse, può provocare un’epicondilite al gomito, che a sua volta può cambiare la postura della spalla, a causa del dolore al gomito, e creare un sovraccarico della borsa della spalla.
  • Poggiarsi sui gomiti per lunghi periodi. Esercizi come il plank sono utili per l’allenamento di più gruppi muscolari ma devono essere svolti in modo graduale, rispettando eventualmente la debolezza iniziale dei muscoli della spalla.
  • Tipo di attività professionale (ad esempio pittore, giardiniere, falegname) possono essere attività usuranti per questo distretto anatomico.
  • Tipo di sport praticato (come tennis, squash, padel, baseball, pallanuoto, pallavolo, ciclismo, sport di lancio).

 

Sintomi

Il dolore può essere lieve fino a diventare insopportabile e impedire qualsiasi tipo di movimento della spalla, e di solito corrisponde ai seguenti disturbi:

  • Dolore della zona anteriore della spalla, durante il movimento.
  • Calore sulla zona infiammata.
  • Disagio quando si è sdraiati sulla spalla.
  • Dolore che peggiora quando si solleva il braccio di lato.
  • Dolore quando si spinge o si apre una porta.
  • Dolore se si fa un cerchio con il braccio.
  • Pressione e dolore quando si spinge sulla parte superiore della spalla.

Diagnosi

La diagnosi della borsite alla spalla prevede una visita ortopedica durante la quale si evidenzia dolore alla spalla e stress delle borse sierose e tramite una serie di esami:

  • Ecografia, che evidenzia la distensione delle strutture coinvolte e infiammate.
  • LastraRX, non può stabilire positivamente la diagnosi di borsite ma può aiutare a escludere altre patologie.
  • Risonanza magnetica, in caso di dubbi diagnostici.
  • Esami di laboratorio, il medico può prescrivere esami del sangue o un’analisi del fluido dalla borsa infiammata per individuare la causa dell’infiammazione e del dolore articolare.

Trattamento

Il trattamento della borsite prevede quindi 2 importanti fasi:

I FASE – TRATTAMENTO DELLA FASE ACUTA 

Nella fase iniziale, molto probabilmente, non si è in grado di sollevare il braccio o dormire comodamente. Il sollievo dal dolore è quindi la priorità per i pazienti che soffrono di borsite acuta alla spalla.

In questa fase si dovrà procedere a contenimento della fase acuta attraverso riposo, fasciature, impacchi di ghiaccio, infiltrazioni e farmaci antiinfiammatori.

II FASE – RIGUADAGNARE L’INTERA GAMMA DI MOVIMENTO TRAMITE LA FISIOTERAPIA

Le soluzioni a disposizione del fisioterapista sono molteplici e in grado di adattarsi alle condizioni del paziente. È importante sottolineare che il fisioterapista attraverso la sua valutazione funzionale sceglie il percorso terapeutico più adatto ad ogni paziente selezionando le tecniche manuali e le tecnologie specifiche per ogni caso clinico.

Gli strumenti utili al fisioterapista per guarire la borsite alla spalla possono essere sia manuali, sia esercizi terapeutici specifici:

 

 

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 https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/borsite-alla-spalla/ 

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Spalla e le sue patologie: sindrome da conflitto, frattura e instabilità.

Spalla e le sue patologie: sindrome da conflitto, frattura e instabilità.

Dolori nell’alzare le braccia? Fitte improvvise agli arti superiori? Non fatevi mettere con le spalle al muro dalle vostre stesse spalle! Occorre intervenire quanto prima, anzi subito, per non causare lesioni o, peggio, sviluppare la rigidità di questa parte del nostro corpo così importante per l’articolazione dei movimenti.

Le ossa che compongo la spalla sono la clavicola, l’omero e la scapola, mentre i principali muscoli possono venire divisi in tre gruppi: posizionatori dell’omero, motori della scapola e protettori (cuffia dei rotatori). Sono proprio questi ultimi i responsabili dei movimenti della rotazione e spesso vengono interessati nelle varie patologie della spalla. Sono proprio questi ultimi i responsabili dei movimenti della rotazione e spesso vengono interessati nelle varie patologie della spalla.

Una delle patologie delle spalle più diffuse è senz’altro la sindrome da conflitto subacromiale, o impingement syndrome, che altro non è se non l’eccessivo sfregamento dell’omero contro quella specie di cuscinetto che ha la funzione di ridurne l’attrito con i tendini dei muscoli interessati, chiamato arco dell’acromion. A causa della forma dell’acromion, piuttosto che per squilibri muscolari o escrescenze ossee articolari, di fatto i tendini entrano in sofferenza, causando forti dolori durante l’elevazione del braccio.

Il trattamento conservativo (ovvero non chirurgico) viene prescritto nella maggior parte dei casi ed è perciò compito del fisioterapista ripristinare la corretta mobilità e la forza  dell’arto e prevenire eventuali recidive, ovviamente nei limiti concessi dal quadro diagnostico. 

Tuttavia, quando il dolore diventa eccessivo ed il paziente non riesce più a svolgere le attività di vita quotidiana o lavorative, allora viene indicato il trattamento chirurgico, che sarà specifico per la causa scatenante il conflitto. Le tecniche chirurgiche attuali permettono di svolgere l’intervento con un’invasività minima, tempi di degenza molto ridotti e spesso in day-hospital.

Con il passare del tempo, la sindrome da conflitto subacromiale, o impingement syndrome, può degenerare, causando una lesione o addirittura la rottura dei muscoli della cuffia dei rotatori

Spesso il dolore percepito nelle forme traumatiche è di tipo improvviso e può presentarsi anche di notte. Inoltre, il paziente può manifestare un vero e proprio deficit funzionale nell’elevare lateralmente il braccio.

Se avete questi sintomi, allora potrebbe essere il vostro caso e, svolte le indagini strumentali per la diagnosi specifica di questa problematica, la scelta del trattamento, tra quello conservativo e quello chirurgico, sarà legata ai fattori dell’età, delle attività svolte, del grado di lesione e del tipo di dolore percepito dal paziente.

In caso di trattamento chirurgico, l’intervento prevede la sutura del tendine lesionato, anche in questo caso con tecniche mini-invasive quali l’artroscopia. 

A seguito dell’intervento è di fondamentale importanza la riabilitazione fisioterapica per poter riacquistare la mobilità persa ed in seguito anche la forza. In linea di massima, in un soggetto adulto il tempo di ripresa delle attività di vita quotidiana in autonomia e senza dolore si aggira intorno alle 16-20 settimane, mentre per uno sportivo le settimane necessarie salgono a circa 24, a causa della maggiore richiesta funzionale.

Anche l’instabilità della spalla è una problematica molto comune, causata dalla testa dell’omero che effettua movimenti eccessivi all’interno della sua cavità articolare. Questi movimenti “superflui” non sono naturali, e con il passare del tempo portano ad una compromissione delle strutture articolari, in particolare della cartilagine, fino a generare lussazioni o sublussazioni vere e proprie.

 L’esame diagnostico che permette di confermare questa diagnosi è la risonanza magnetica nucleare. Nel caso di instabilità conclamata, in cui spesso il paziente risente di frequenti sublussazioni e deficit funzionali, il trattamento consigliato è quello chirurgico, poiché un trattamento solo conservativo è associato ad un alto tasso di ricadute e riacutizzazioni della patologia, soprattutto nei pazienti più giovani. 

Le fratture della spalla (intese come fratture prossimali di omero) sono frequenti soprattutto negli anziani, e si verificano per mezzo del meccanismo traumatico della caduta sul braccio disteso.

Per poter definire il tipo di frattura e quindi il metodo di trattamento più adatto, è necessario sottoporsi ad un esame radiografico, sulla base del quale è possibile decidere se orientarsi sull’utilizzo di un apparecchio gessato o sulla terapia chirurgica con la successiva immobilizzazione di minimo 3 settimane.

Sono possibili anche tempi più lunghi in base alla gravità della frattura, all’età e alle condizioni generali del paziente e dopo la rimozione del gesso viene spesso indicato anche l’utilizzo di tutore.

Nel contempo, è importante un corretto approccio fisioterapico atto al recupero della mobilità e della funzionalità. Durante il trattamento è bene tenere sempre sotto controllo il dolore e la paura del movimento da parte del paziente, il quale, soprattutto nelle prime fasi, viene pure istruito su come poter svolgere alcune attività personali in autonomia ed in sicurezza, come per esempio vestirsi o lavarsi.

 

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Riabilitazione spalla dopo Riparazione artroscopica

Riabilitazione spalla dopo Riparazione artroscopica

 

La testimonizianza di Mario presso il nostro Centro.

Sono stato sottoposto ad un intervento alla spalla destra per “Rottura superiore CDR” (Riparazione artroscopica) in data 29 aprile 2020.

Mi sono rivolto al centro Diversamente Benessere del dott. Lorenzo Rossi la settimana successiva all’intervento per iniziare il processo di riabilitazione della spalla, come da prescrizione medica.

Nonostante indossassi ancora il tutore di Abduzione ho iniziato da subito il percorso riabilitativo con risultati rapidi e soddisfacenti.

Dopo appena qualche incontro ero già in grado di guidare l’automobile e a fine percorso la mia spalla ha recuperato forza e autonomia di movimento.

L’ambiente del centro Diversamente Benessere è accogliente e stimolante ; il dottor Lorenzo Rossi è sempre molto disponibile, cordiale e altamente professionale: un forte punto di riferimento per tutto l’Alto Vastese.

 

 

 

Chiamaci subito!

Se soffri degli stessi sintomi e problematiche contattaci subito al 3474964555 o nel form in basso e ci occuperemo di te con una terapia personalizzata ed efficace!

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Protesi della spalla

Protesi della spalla

 

La “protesi” è la sostituzione di un elemento anatomico con uno artificiale. Nel caso della spalla, le protesi si distinguono in tre tipologie:

  1. Endoprotesi: dove si sostituisce solo la testa omerale;
  2. Artroprotesi: nella quale si sostituisce sia la testa omerale che la glenoide della scapola. Ne abbiamo di due tipi: la protesi inversa, chiamate così perché la dinamica articolare è invertita (la testa omerale è concava e la glenoide della scapola è convessa), e la protesi anatomica;
  3. Protesi miste: dove vi è una parziale sostituzione dei capi articolari, o di uno dei due mentre l’altro è sostituito totalmente.

È necessario sostituire omero e/o cavità glenoidea, quando a causa di traumi violenti (fratture che causano la necrosi della testa omerale o lussazioni) e degenerazioni importanti (come una severa artrosi gleno-omerale), i rapporti articolari danno luogo a condizioni dolorose continue e deficit funzionale.

Complicanze da prevenire

Le complicanze subordinate agli interventi di protesi di spalla sono:

  • Rigidità articolare: che oltre alla spalla può riguardare anche il gomito e il polso;
  • Il dolore;
  • L’infiammazione;
  • Il gonfiore alla mano.

Per questo motivo è consigliabile far togliere il tutore per qualche ora del giorno durante le prime settimane dopo l’intervento, in modo che il paziente ricominci a prendere confidenza con il movimento dell’articolazione.

Nel periodo di immobilità del tutore, è fondamentale far effettuare al paziente delle mobilizzazioni del tronco nelle quali la spalla è immobile ma la scapola scorre sulla gabbia toracica, ciò aiuta molto a prevenire condizioni di rigidità scapolo-toracica e la diminuzione del tono muscolare del tronco.

Riabilitazione post intervento

La riabilitazione solitamente incomincia già prima dell’intervento, (ormai quasi tutti gli ortopedici esperti la consigliano), per preparare sia l’articolarità che il tono-trofismo muscolare.

Il paziente sarà tra l’altro informato di tutte i movimenti e i comportamenti a cui dovrà prestare attenzione nell’immediato periodo post operatorio e di tutte le fasi da affrontare per un recupero ottimale della funzione.

Gli obbiettivi del trattamento riabilitativo:

  1. Favorire la riparazione dei tessuti;
  2. Prevenire le complicanze e controllare il dolore;
  3. Recuperare la funzionalità.

Il percorso terapeutico

E’ possibile suddividere il percorso riabilitativo in 3 step:

  1. Fase iniziale
    In questo inizio di terapie lo scopo è quello di ridurre il dolore e iniziare a recuperare la mobilità.
    Il fisioterapista eseguirà un lavoro passivo costituito di caute mobilizzazioni diterapia manuale e massoterapia per migliorare la mobilità dei tessuti e iniziare a dar movimento all’articolazione.
    È fondamentale controllare che il gomito ed il polso non rischino di irrigidirsi a causa della posizione mantenuta dal tutore.
    Appena la cicatrice si è chiusa, è molto utile lavorare le aderenze connettivali, in modo da ridurre al minimo i fattori che possono incidere sulla ripresa del movimento.
    Oltre ad essere nociva per la motilità una cicatrice con importanti aderenze risulta essere fastidiosa per il paziente e anche antiestetica.
  2. Seconda Fase
    È caratterizzata dal recupero della motilità parziale, raggiungendo almeno i 90° di abduzione e di flessionesenza che il paziente compensi con il sollevamento della scapola, e recuperando parte della rotazione esterna.
    In questo step si inizia un cauto rinforzo muscolare, partendo con delle contrazioni isometriche e procedendo con esercizi contro resistenza.
    In questa seconda fase si lavora anche sul recupero della propriocettività, ossia del controllo della spalla nello spazio.
  3. Terza Fase
    Recupero massimo auspicabile della mobilità della spalla, recupero della funzionalità e della forza.
    Si arriva in questa fase, che sarebbe quella terminale, dopo vari mesi di trattamento combinato ed integrato.
    Obiettivo è rendere l’arto operato il più simile all’arto sano, in termini di forza, resistenza e propriocezione nelle attività quotidiane e lavorative.

 

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Artrosi della spalla

Artrosi della spalla

L’artrosi è una patologia degenerativa che consiste nel danneggiamento progressivo della cartilagine. Con l’alterazione dello strato cartilagineo, i segmenti ossei delle articolazioni, non avendo più uno strato protettivo entrano in stretto contatto causando dolore e limitazione funzionale.

Il meccanismo reattivo del corpo allo “sfregamento” tra le superfici ossee è la produzione di materiale ulteriore osseo, gli osteofiti, nelle superfici articolari. Gli osteofiti porteranno a una limitazione importante del movimento.

Nell’artrosi di spalla, la superficie cartilaginea che ricopre i capi articolari per cause che ancora oggi non sono ben chiare, tende ad andare incontro a una degenerazione progressiva. Si inizia con l’assottigliamento della cartilagine fino ad arrivare alla lesione vera e propria che porta le due ossa in questione (testa omerale e cavità glenoidea) a stretto contatto tra loro senza avere più alcun tessuto di protezione tra di loro.

Per rallentare la degenerazione artrosica si attuano protocolli di fisioterapia conservativa, mentre per curare una spalla con artrosi avanzata è necessario un intervento chirurgico di sostituzione dei capi ossei con la protesi, a cui segue un percorso fisioterapico di almeno 5 mesi.

I sintomi sono rappresentati da:

  • Dolore
  • Limitazione del movimento
  • Degenerazione cartilaginea e ossea
  • Gonfiore, rossore e calore

Diagnosi e trattamento

L’artrosi di spalla è diagnosticata dallo specialista dopo che ha eseguito un’anamnesi, un esame obbiettivo, dei test clinici e dopo aver visionato gli esami RX , dai quali è ben visibile la formazione di osteofiti tipica di questa patologia.

La spalla artrosica può essere trattata con un percorso conservativo o chirurgico. La scelta dei due trattamenti dipende dal livello di degenerazione dell’articolazione, dal dolore e dalla limitazione funzionale.

Il trattamento fisioterapico ha l’obbiettivo di rallentare il più possibile la degenerazione della spalla, mediante l’utilizzo combinato di:

  • tecniche manuali
  • esercizio funzionale
  • mezzi fisici, come laser,tecar, ipertermia, ultrasuoni

che portano a ridurre la sintomatologia algica, a controllare l’infiammazione e a migliorare la mobilità.

Spesso infatti l’artrosi è in concomitanza di disfunzioni di movimento che possono essere migliorate e a volte anche risolte con l’utilizzo di tecniche specifiche, e questo permette di recuperare buona parte della funzionalità articolare. La frequenza delle sedute non è molto intensiva: nel primo periodo è di circa due volte a settimana, poi successivamente si passa ad una seduta a settimana.

Anche nei casi peggiori si esegue sempre un tentativo di trattamento conservativo, che nella peggiore delle ipotesi servirà ad accelerare i tempi di recupero dopo l’operazione.

 

Conclusioni

Come si può capire non si tratta di un percorso semplice e ci sono molti fattori da prendere in considerazione e che possono influire sul percorso di cura oltre a quelli che ti abbiamo elencato.

Primo fra tutti è l’atteggiamento del paziente. Una persona che ha un motivo importante per recuperare che potrebbe essere la famiglia o il lavoro, sarà spronata a dare il meglio di sé in ogni seduta e a eseguire gli esercizi a casa che gli indicherà il fisioterapista.

Un altro elemento fondamentale è l’operazione, un’operazione riuscita alla perfezione getta le basi per un recupero ottimale della spalla, un Centro fisioterapico di qualità saprà consigliarti chirurghi esperti. E infine la qualità del professionista e del percorso fisioterapico che progetta.

 

 

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