Metatarsalgia: riconoscerla e curarla

Metatarsalgia: riconoscerla e curarla

Hai dolore sotto il piede? Potrebbe trattarsi di metatarsalgia. La metatarsalgia è una condizione in cui la pianta dell’avampiede diventa dolorosa e infiammata. Si può sviluppare partecipando ad attività che coinvolgono la corsa e il salto. Ci sono anche altre cause, comprese le deformità del piede e le scarpe troppo strette o troppo larghe.

Le popolazioni più sviluppate, come la nostra, tendono a non camminare più a piede nudo, nemmeno quando si è a casa. Se da un lato questo salvaguarda il piede da traumi esterni o superfici taglienti, dall’altro calzature con il tacco o la punta stretta si dimostrano uno dei principali fattori di rischio per alcuni dismorfismi ortopedici del piede, come l’alluce valgo e per alcune condizioni cliniche dolorose come la metatarsalgia.

In che punto del piede si trova il metatarso?

In ogni piede sono presenti numerose ossa, che possono essere brevemente suddivise in:

  • Ossa tarsali: sono le ossa più grandi. Formano la parte posteriore del piede insieme all’osso del tallone (calcagno);
  • Ossa metatarsali;
  • Ogni dito ha tre falangi, tranne l’alluce che ne ha solo due. Ciò significa che ci sono tre articolazioni nelle dita dei piedi (due articolazioni nell’alluce).

Le ossa metatarsali (o metatarsi) sono 5 ossa allungate situate tra il tarso e le falangi delle dita dei piedi. A prima vista possono sembrare molto simili ai metacarpi (delle mani). La differenza principale sta nella funzione dei metatarsi: distribuire in modo efficace e sicuro il peso del corpo.

Sono numerati da I a V, da mediale a laterale. Insieme ai tarsi contribuiscono a formare le arcate principali del piede, essenziali per il carico e la deambulazione.

Ogni metatarso è attaccato a una delle dita dei piedi. Sono posizionati uno accanto all’altro a forma di arco.

 

Come riconoscere la metatarsalgia?

Il sintomo principale della metatarsalgia è il dolore nell’area metatarsale sotto la pianta del piede. Può essere accompagnata da lividi, gonfiore o infiammazione. I sintomi possono manifestarsi rapidamente o svilupparsi nel tempo.

I sintomi includono:

  • Dolore nella pianta del piede. Il dolore può peggiorare quando ti alzi, corri o cammini;
  • Intorpidimento o formicolio delle dita dei piedi;
  • Sensazione di un sassolino nella scarpa.

Se riconosci uno di questi sintomi, dovresti consultare un medico. La metatarsalgia non trattata può, infatti, portare a conseguenze poco piacevoli, come: dita a martello e zoppia. Inoltre capita spesso che per compensare il dolore causato dalla metatarsalgia si tenda a camminare in maniera anomala, questo può determinare la comparsa di dolori a livello della parte bassa della schiena e dell’anca.

 

 

 Cosa fare per curare la metatarsalgia?

A oggi la metatarsalgia viene curata principalmente con rimedi conservativi. In rari casi, quando le misure conservative non alleviano il dolore e la metatarsalgia è complicata da condizioni del piede come l’alluce valgo, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per riallineare le ossa metatarsali.

Ecco alcuni consigli per alleviare il dolore dovuto a una metatarsalgia:

  • Riposo. Proteggi il tuo piede da ulteriori lesioni non stressandolo. Potrebbe essere necessario evitare il tuo sport preferito per un po’, ma puoi mantenerti in forma con esercizi a basso impatto, come il nuoto o il ciclismo;
  • Dopo aver camminato solleva il piede;
  • Ghiaccio. Applica impacchi di ghiaccio sulla zona interessata per circa 20 minuti più volte al giorno. Per proteggere la pelle, avvolgi gli impacchi di ghiaccio in un asciugamano sottile;
  • Antidolorifici. Sotto prescrizione medica;
  • Indossa scarpe adeguate. Evita scarpe troppo strette o troppo larghe e limita l’uso di tacchi alti;
  • Indossa scarpe adatte allo sport che pratichi;
  • Usa cuscinetti metatarsali. Questi cuscinetti sono posizionati nelle scarpe appena prima dell’osso metatarsale per aiutare a deviare lo stress dall’area dolorante;
  • Usa solette che supportino l’arco plantare. Se le solette non aiutano, il medico potrebbe raccomandare dei plantari per ridurre al minimo lo stress sulle ossa metatarsali e migliorare la funzione del piede.

 

Fisioterapia per metatarsalgia

Il fisioterapista può aiutarti a migliorare il dolore dovuto alla metatarsalgia. Normalmente il ciclo terapeutico per questa condizione procede per step. Ogni step risponde ad uno specifico obiettivo:

I Step: far diminuire il dolore e controllare l’infiammazione;

II Step: recuperare la mobilità del piede;

III Step: recupero completo della funzionalità dell’arto inferiore e training di esercizi per prevenire eventuali recidive.

Per raggiungere questi obiettivi il fisioterapista utilizza l’integrazione di tecniche manuali con mezzi fisici ad alta tecnologia.

Le tecniche manuali che possono essere utilizzate in questa condizione sono:

  • Massoterapia della volta plantare;
  • Massaggio trasverso nei punti di maggior densità fasciale;
  • Allungamento della catena muscolare posteriore;
  • Mobilizzazione del piede, con particolare attenzione alle teste metatarsali. Il tipo di mobilizzazione che viene applicato è la trazione o il pompage osteopatico, con la quale si riesce a ottenere una diminuzione della tensione miofasciale e articolare;
  • Ginnastica posturale combinata con terapia manuale, allo scopo di correggere eventuali disfunzioni posturali che portano a un aumento patologico del carico nella parte anteriore del piede.

I mezzi fisici più applicati sono:

  • Laser ad alta potenza: è un mezzo fisico utilizzato sia nelle prime fasi, che nelle condizioni più croniche, consiste nell’emissione di un fascio di luce ad alta potenza;
  • Tecarterapia: utilizzata sia in fase acuta (con la modalità pulsata), che in fase cronica (con la modalità continua);
  • Ultrasuoni: si tratta di un mezzo fisico che utilizza onde sonore a una specifica intensità;
  • Ipertermia: è un device, che come la tecarterapia, utilizza onde radio, ma per l’elevata cessione di energia che ricevono i tessuti trattati, è particolarmente indicata nelle condizioni croniche;
  • Correnti antalgiche come Tens e neuromodulatori come l’Interix.

 

 

 

 Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

https://www.fisioterapiaitalia.com/patologie/piede-e-caviglia/metatarsalgia/ 

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Tallonite: Cause e Rimedi

Tallonite: Cause e Rimedi

Il dolore ai talloni o tallonite è una condizione patologica estremamente comune, e può essere scatenato da molte potenziali cause: a partire dalle condizioni che influenzano l’osso del tallone come un livido o una frattura da stress oppure dovuta ad un evento traumatico, fino a patologie che colpiscono le strutture muscolo tendinee vicine come la Fascite Plantare, Tendinite dei muscoli della caviglia o tendinosi del tendine d’Achille.

Il dolore può essere sia pulsante e fastidioso che lancinante ed assolutamente debilitante,  tuttavia i casi più comuni rappresentano una via di mezzo a seconda del fattore scatenante e della gravità del caso.

 

Fascite Plantare

La fascite plantare è un’infiammazione della fascia di tessuto che avvolge il nostro arco plantare del piede e si estende dalla base del tallone fino alla punta delle dita dei piedi. In caso di fascite plantare, la fascia viene inizialmente irritata a causa di uno stress ripetuto o eccessivo, e successivamente infiammata, causando dolore al tallone e difficoltà al carico sul piede. La cause più comuni della fascite plantare riguardano la struttura non armonica e forte del piede.

Ad esempio, le persone che hanno problemi con le loro piante del piede, sia i piedi troppo piatti che i piedi troppo arcuati, sono più inclini a sviluppare questa patologia a causa di un eccessivo stress irritativo sulla fascia plantare. Indossare calzature non idonee e di supporto su superfici dure e piatte mette a dura prova la fascia plantare e può contribuire a sviluppare questa condizione: ciò è particolarmente evidente quando il proprio lavoro richiede di stare tante ore in piedi. Anche l’obesità può contribuire alla fascite plantare, a causa del peso eccessivo che i piedi devono sopportare e supportare.

Sintomi

I sintomi della fascite plantare sono:

  • Dolore sul fondo del tallone
  • Dolore nell’arco del piede
  • Dolore solitamente peggiore al mattino
  • Dolore che aumenta durante un periodo di diversi mesi
  • Gonfiore sul fondo del tallone

 

Tendinite d’Achille

Si riferisce all’infiammazione del tendine di Achille, un tendine estremamente grande e potente, simile ad un cordone, che si attacca sulla parte postero superiore dell’osso del tallone.

Il dolore, solitamente associato a sensazioni di tiraggio e di bruciore, si localizza spesso nella parte del tendine che è leggermente sopra l’osso del tallone, a ridosso della sua inserzione. Spesso si avvertono anche lievi gonfiori intorno al tendine che risulterà ingrossato, e rigidità mattutina dal polpaccio fino al tallone.

La tendinite di Achille si sviluppa più frequentemente a seguito di uno stress importante a carico del tendine (come ad esempio dopo una corsa eccessiva senza l’adeguato allenamento o attrezzatura). Anche una condizione artritica di base può contribuire a causare una tendinite di Achille.

 

Diagnosi

Per arrivare a una diagnosi, il medico acquisirà l’anamnesi ed esaminerà il piede del paziente.   Durante l’esame fisico, il medico o il fisioterapista ispezionerà e premerà (“palpando”) varie aree del piede e della caviglia, incluso il tallone, nonché la caviglia, il polpaccio e la parte inferiore della gamba. In questo modo, può verificare le aree di dolore locale, gonfiore, ematoma, eruzione cutanea o deformità. Probabilmente, dopo aver valutato se il movimento passivo di piede e caviglia provoca dolore, valuterà anche la tua andatura ed il tuo modo di camminare e effettuerà test funzionali e di carico.

 

Rimedi per il dolore ai talloni

Fisioterapia per il dolore al tallone   Il trattamento della fascite plantare dovrebbe essere iniziato il prima possibile, sia con piccoli esercizi da fare a casa sia da fare con un fisioterapista:

  • Esercizi di stretching. Gli esercizi che allungano i muscoli del polpaccio aiutano ad alleviare il dolore e aiutano il recupero.
  • Camminare con le scarpe adatte e non a piedi nudi. Quando si cammina senza le giuste scarpe o scalzi, si sollecita eccessivamente la tensione sulla fascia plantare.
  • Ghiaccio. Mettere un impacco di ghiaccio sul tallone per 10-15 minuti più volte al giorno aiuta a controllare l’infiammazione e ridurre il dolore. È importante mettere un asciugamano sottile tra il ghiaccio e il tallone e non applicare mai il ghiaccio direttamente sulla pelle per evitare ustioni e bruciature.
  • Attività limitate. Ridurre le attività fisiche per dare il giusto riposo alle strutture intorno al tallone e consentire loro di ripararsi.
  • Modifiche alle scarpe. Indossare scarpe con un buon supporto per l’arco plantare e con un tallone leggermente rialzato e morbido riduce lo stress sulla fascia plantare e, di conseguenza, il dolore.
  • Farmaci. I farmaci antinfiammatori non steroidei orali (FANS), come l’ibuprofene, possono essere raccomandati per ridurre il dolore e l’infiammazione.

 

Se hai ancora dolore dopo diverse settimane, consulta il tuo ortopedico o fisioterapista che può aggiungere uno o più di questi approcci terapeutici:

  • Imbottitura e nastratura. Posizionare i cuscinetti nella scarpa attenua l’impatto della camminata sul tallone. Un giusto Taping su tallone e caviglia aiuta ad aumentare il sostegno ed il supporto del piede ed a ridurre la tensione sulla fascia plantare.
  • Dispositivi plantari Dispositivi plantari personalizzati che si adattano alla tua scarpa aiutano a correggere le anomalie strutturali sottostanti che possono causare la fascite plantare.
  • In alcuni casi, le iniezioni di corticosteroidi vengono utilizzate per aiutare a ridurre più velocemente l’infiammazione e alleviare immediatamente il dolore.
  • Tutore da passeggio. Un tutore può essere usato per mantenere il piede immobile per alcune settimane per consentirgli di riposare adeguatamente e guarire èiù velocemente.
  • Stecca da notte. Indossare una stecca da notte ti consente di mantenere un allungamento esteso della fascia plantare durante il sonno. Questo può aiutare a ridurre il dolore mattutino provato dalla maggior parte dei pazienti che soffre di dolore ai talloni da fascite plantare.
  • Fisioterapia. Esercizi terapeutici di rinforzo ed allungamento e terapie fisiche strumentali come laserterapia ad alta potenza ed onde d’urto e Tecarterapia, possono essere utilizzate per fornire sollievo in tempi brevi in abbinamento alla terapia manuale.

 

 

 

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Spina Calcaneare : cause e cure

Spina Calcaneare : cause e cure

Una spina calcaneare o sperone calcaneare è una calcificazione ossea dell’osso del tallone del piede che si estende in direzione dell’arco plantare. Questa formazione benigna solitamente si presenta nella parte anteriore ed inferiore del tallone e può arrivare fino ad 1 cm e mezzo di lunghezza: tuttavia, è una formazione mai visibile ad occhio nudo. La spina calcaneare ha una caratteristica ambigua: infatti, è una condizione che può rivelarsi asintomatica, quindi rimarrebbe sconosciuta in quanto non richiederebbe un approfondimento clinico, mentre quando è presente il dolore al tallone, non sempre questo è causato dalla presenza della spina calcaneare stessa. Per questo motivo, è bene affidarsi ad una figura sanitaria specializzata per evitare di eseguire esami diagnostici e terapie poco utili ed inefficaci per l’inquadramento e la risoluzione del problema.

Questa condizione è spesso associata a fascite plantare, una dolorosa infiammazione della banda fibrosa del tessuto connettivo (fascia plantare) che corre lungo la parte inferiore del piede, ovvero la pianta del piede, e collega l’osso del tallone alla dita del piede

 

Perchè viene la spina calcaneare

Gli speroni calcaneari sono causati direttamente da tensioni delle strutture muscolari e legamentose che si protraggono nel tempo. Alla fine, questa tensione eccessiva sollecita l’osso del tallone (calcagno) causando la formazione benigna ossea della spina. Questo quadro clinico è spesso associato ad alterazioni della postura o disfunzioni del movimento.

Infatti, la spina calcaneare si sviluppa nel tempo ed è figlia di un processo di infiammazione cronico: non compare improvvisamente dopo un allenamento o un evento sportivo od un trauma, ma tende a verificarsi, solitamente, quando si ignorano i primi sintomi come il dolore al tallone o alla pianta del piede. 

Lo stress ripetitivo dovuto al camminare, correre o saltare su superfici dure è una causa comune dell’insorgenza dei sintomi: le calzature che indossiamo quotidianamente possono influenzare lo sviluppo di questa patologia, soprattutto quelle che non supportano adeguatamente il piede come i tacchi alti.

La spina calcaneare può anche essere causata da:

  • artrite
  • traumi al tallone
  • eccesso di peso corporeo che provoca uno stress sul piede
  • scarpe scarsamente aderenti e scomode
  • problemi di deambulazione
  • alterazioni posturali e del movimento

Molto spesso le persone che hanno gli speroni calcaneari presentano anche fascite plantare: questa condizione dolorosa interessa il tessuto duro e fibroso che collega la base del tallone alle dita dei piedi. È una delle principipali patologie che affliggono il piede e la caviglia. Soffrire di fascite plantare aumenta esponenzialmente il rischio di sviluppare eventuali spine calcaneari.

 

Come prevenire la spina calcaneare

Prevenire la formazione di spina calcaneare richiede una maggiore attenzione alla salute generale del piede: bisogna fare attenzione agli stress a cui esponiamo quotidianamente i nostri piedi e le strutture ad essi collegate.

Come regola generale non bisogna mai prendere sotto gamba e sottovalutare quando insorge il dolore che si sviluppa al tallone. La così detta tallonite è un sintomo che può essere causato da una spina calcaneare. Il dolore ai talloni può però essere riconducibile anche ad altre patologie del piede come la fascite plantare. Continuare a camminare, fare attività fisica o indossare scarpe che causano instabilità e sovraccarichi al piede, scatenano a volte il dolore al tallone e può portare alla formazione, a lungo termine, di speroni calcaneari.

 

Quali sono i sintomi?

I sintomi di una spina calcaneare possono includere:

  • dolore al tallone
  • infiammazione
  • gonfiore nella parte anteriore del tallone
  • aumentata sensibilità sul tallone

L’area interessata può essere percepita calda e dolente al tatto, con sintomi che possono anche diffondersi su tutto l’arco del piede: solo in rari casi è possibile percepire al tatto una piccola sporgenza ossea. Alcuni speroni calcaneari, o spine calcaneari, potrebbero non provocare alcun tipo di fastidio ed alcun tipo di cambiamento nei tessuti molli o nelle ossa che circondano il tallone: per questo motivo, la loro presenza è rilevabile e visibile solo attraverso un approfondimento diagnostico, come i raggi X e le ecografie o risonanza magnetica.

 

A chi rivolgersi?

L’ortopedico e il fisioterapista sono i candidati ideali per il trattamento conservativo che nella maggior parte dei casi risolve efficacemente questa condizione.

Nel caso queste figure non riuscissero a risolvere il dolore attraverso un percorso conservativo, è il chirurgo ortopedico che si occupa di un’eventuale operazione per la rimozione dello sperone.

 

Trattamenti conservativi

Se hai dolore al tallone che persiste per più di un mese, è importante consultare un fisioterapista esperto che potrà raccomandare trattamenti conservativi come:

  • Esercizi di stretching
  • Utilizzo di scarpe idonee
  • Onde d’urto
  • Taping per far scaricare muscoli e tendini stressati
  • Inserti per scarpe o dispositivi ortopedici
  • Terapia Manuale
  • Rieducazione Posturale

Il dolore al tallone inoltre può rispondere al trattamento con farmaci da banco come acetaminofene, ibuprofene o naprossene. In molti casi, un tutore funzionale può correggere gli squilibri biomeccanici che causano il dolore al tallone e all’arco plantare: inoltre, in rarissimi casi, anche se sarebbe meglio evitare, l’iniezione di un corticosteroide potrebbe alleviare l’infiammazione nell’area interessata.

 

 

 

 

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Rimedi per il dolore alla caviglia

Rimedi per il dolore alla caviglia

 

Il dolore alla caviglia è solitamente causato da una distorsione, ma può anche essere dovuto ad altri disturbi come instabilità articolare di caviglia, artrite, gotta, tendinite, frattura ossea, compressione di un nervo (come sindrome del tunnel tarsale), infezione e scarso allineamento strutturale della gamba o del piede.

 

Al dolore alla caviglia spesso può essere associato gonfiore, rigidità, arrossamento e calore nell’area interessata: il dolore viene solitamente descritto come “intenso e sordo” e che si manifesta appoggiando il piede a terra o durante il movimento della caviglia stessa.

 

 I trattamenti fisioterapici

 

Il trattamento fisioterapico della distorsione alla caviglia nella fase iniziale consiste in riposo, ghiaccio, elevazione e immobilizzazione, ma, in base alla causa del dolore, può includere anche farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come ibuprofene e se necessario bendaggio funzionale.

 Poi, progressivamente si possono inserire trattamenti con mezzi fisici come:

 

️Tecarterapia

 ️Laserterapia 

 ️Ultrasuoni

 ️Microcorrenti 

 ️Ipertermia

 

Nelle fasi successive insieme alla terapia fisica si possono inserire nel percorso terapeutico anche:

 

️Massoterapia 

 ️Terapia mio-fasciale 

 ️Terapia manuale 

 ️Riabilitazione funzionale 

 ️Riabilitazione propriocettiva

 

 I vari trattamenti inseriti nel percorso terapeutico del singolo paziente in base al quadro clinico e alla fase terapeutica acuta, sub acuta o cronica. Il fisioterapista esperto con il medico specializzato, grazie alla valutazione ed alle immagini di diagnostica strumentale, possono determinare al meglio la causa del dolore, definendo una diagnosi precisa e di conseguenza il percorso terapeutico adeguato.

 

 Sintomi del dolore

 

Può essere percepito dolore all’interno o all’esterno della caviglia o lungo il tendine di Achille, dando un’indicazione sulle possibili cause dell’origine del dolore. 

 Il dolore alla caviglia è spesso accompagnato da questi segni e sintomi:

 

  • rigidità
  • gonfiore
  • rossore
  • calore
  • sensibilità alterata
  • sensazione di poca stabilità dell’articolazione.

 

 Cause

 Distorsione

 La distorsione è una delle cause più comuni di dolore alla caviglia, e costituisce circa l’80% di tutte le lesioni che colpiscono questa articolazione: la distorsione si verifica quando la caviglia fa un movimento innaturale che allunga eccessivamente i capi ossei che la compongono, provocando una lacerazione più o meno grave dei legamenti che la stabilizzano.

 La lesione tipica si verifica quando la caviglia viene improvvisamente “storta” a seguito di un salto od uno scatto durante un’attività sportiva o di un appoggio del piede su una superficie irregolare come una strada di campagna od una strada dissestata: il dolore è inizialmente severo ed invalidante e spesso associato a una sensazione di “pulsazione interna”.

 L’intensità del dolore potrebbe non indicare necessariamente il grado di danno accorso ai legamenti.

 Le lesioni dei legamenti sono spesso classificate da I a III grado in base alla gravità del danno, dove una piccola lesione corrisponde ad un basso grado mentre una lesione completa corrisponde ad un alto grado: mentre una lesione parziale, se curata bene e precocemente, permette di mantenere una buona stabilità meccanica della caviglia, una lesione completa dei legamenti provoca una grossa perdita di stabilità articolare a causa della perduta capacità dei legamenti stessi di supportare efficacemente i diversi movimenti della caviglia.

 Gotta

 La gotta si verifica quando l’acido urico si accumula nel nostro corpo: questa concentrazione più alta del normale di acido urico (un sottoprodotto della normale degradazione del corpo delle vecchie cellule) può depositare cristalli all’interno delle articolazioni, causando di conseguenza un dolore acuto e forte, che in questo caso si sviluppa su tutto il piede, provocando un grosso edema e gonfiore.

 Pseudogotta

 La pseudogotta è una condizione simile alla precedente in cui si accumulano depositi di calcio all’interno delle articolazioni. I sintomi della gotta e dello pseudogotta sono solitamente dolore, gonfiore ed arrossamento, ma il dolore alla caviglia può anche essere causato da infiammazioni articolari come l’artrite.

 Artrite

 Diversi tipi di artrite possono causare dolore alle caviglie, articolazioni che soffrono spesso anche di artrosi. L’osteoartrite è spesso causata dall’usura delle articolazioni, che sono vittime di un processo infiammatorio acuto continuo che con l’avanzare dell’età può portare a sviluppare artrosi.

 Tendinite

 La tendinite è un’infiammazione a carico del tendine o delle strutture che lo rivestono: nel caso dell’articolazione della caviglia, possiamo trovarci difronte a tendiniti del tendine di Achille, del tendine tibiale posteriore o del tendine peroneale.

 Tutte le forme di tendinite causano dolore, gonfiore e sensibilità alla palpazione nell’area del tendine interessata: in caso di evento acuto, come un infortunio sportivo, il trattamento prevede immediatamente l’immobilizzazione dell’area, l’elevazione della gamba infortunata, la limitazione del carico, e l’applicazione di ghiaccio, mentre se possibile è opportuno evitare l’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). In caso di infiammazione più grave può essere opportuno utilizzare un tutore ortopedico: la partecipazione all’attività sportiva dovrebbe essere limitata quando il tendine è ancora infiammato, poiché esiste un rischio significativo di rottura o lacerazione del tendine stesso, specialmente nel caso del tendine d’Achille. 

 Frattura

 Le fratture che coinvolgono le ossa della caviglia, come malleolo interno, malleolo esterno e astragalo, vengono trattate con immobilizzazione tramite gesso o specifici tutori: a seconda della gravità, le fratture possono richiedere una doccia gessata od un intervento chirurgico per stabilizzare la lesione ossea. A seguito di gravi lesioni post-traumatiche, come ad esempio un incidente automobilistico, può verificarsi una lussazione dell’articolazione della caviglia: questo tipo di infortunio, se particolarmente grave, richiede quasi sempre un intervento chirurgico di stabilizzazione.

 

 Trattamento dolore alla caviglia

 

Il metodo POLICE, acronimo di riposo Protection (protezione) – Optimal Loading (carico ottimale) – Ice (ghiaccio) – Compression (compressione) – Elevation (elevazione), è quello migliore per trattare il dolore acuto alla caviglia. Ciò comprende:

 

  • Protezione. Attraverso tutori rigidi o semirigidi e bendaggi funzionali è possibile migliorare la stabilità della caviglia riducendo il rischio di subire un trauma potenzialmente peggiorativo del dolore.
  • Carico Ottimale. In base al grado di dolore e di lesione delle strutture della caviglia, è importante modulare il carico che l’articolazione deve sopportare attraverso l’utilizzo di stampelle o bastoni o attraverso uno scarico del peso corporeo: in questo modo si evita di stressare ulteriormente la caviglia, ma la si mantiene attiva favorendo la sua guarigione.
  • Ghiaccio. Mettere una borsa di ghiaccio sulla caviglia permette di modulare il gonfiore ed il dolore riducendo l’infiammazione acuta: la modalità più efficace prevede l’applicazione del ghiaccio sulla caviglia per non più di 15 minuti alla volta, con una frequenza di una volta l’ora e di 3-5 volte al giorno, per almeno le prime 72 ore dopo l’infortunio.
  • Compressione. L’utilizzo di una benda elastica, come ad esempio anche quella anti-trombo, permette di ridurre la fuoriuscita di edema ed ematoma, limitando la formazione di gonfiore e livido. Fare estrema attenzione a non stringere troppo per evitare reazioni opposte e problematiche alla circolazione sanguigna.
  • Elevazione. Quando possibile, tenere la caviglia sollevata sopra il livello del cuore, quindi appoggiata su una pila di cuscini o altri tipi di strutture di supporto, permette di favorire il drenaggio dei liquidi bloccati nella gamba.

 

 

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Dolore ai piedi : cause e rimedi

Dolore ai piedi : cause e rimedi

 

Il dolore ai piedi è relativamente comune e può essere causato da diverse situazioni e patologie: possiamo sentire sia dolore nella parte superiore del piede che nell’ arco interno o sotto le dita. Altre volte è un dolore che si prova quando si appoggia il piede a terra, oppure è un fastidio che si presenta soprattutto al risveglio. Per questa serie di motivi, alla base di un dolore ai piedi ci può essere sia un’unica causa specifica sia un insieme di concause.

 

Possibili Cause

Come e quando si verifica il dolore al piede ed il punto esatto del fastidio sono gli indizi principali di quelle che possono essere le cause. Quando c’è dolore, il corpo reagisce cambiando il modo in cui si muove o funziona nel tentativo di ridurre il più possibile il dolore: per questo motivo, queste compensazioni e cambiamenti biomeccanici causare ulteriori lesioni al piede od ad altre parti del corpo, arti inferiori o colonna vertebrale.

Fascite plantare

Se il dolore è localizzato sul tallone, estendendosi a volte anche su tutta la pianta del piede, ci potremmo trovare difronte ad una fascite plantare. La fascite plantare è un’irritazione o un’infiammazione della fascia di tessuto connettivo che collega le dita dei piedi all’osso del tallone. Di solito il dolore è più intenso al mattino ed al risveglio, e diminuisce dopo aver fatto qualche passo.

Spina calcaneare

Gli speroni calcaneari sono un’altra fonte di dolore ai piedi: si tratta di escrescenze anormali di osso sul fondo del tallone. Possono formarsi indossando scarpe non adeguate per periodi prolungati oppure svilupparsi in seguito ad una postura anormale ed a microtraumi ripetuti al piede, come quelli che derivano da attività come la corsa. Le spine calcaneari possono causare dolore ai talloni sia mentre si cammina che mentre si sta in piedi.

Metatarsalgia

La metatarsalgia è un’infiammazione nella parte inferiore e frontale del metatarso, nell’avampiede.  Il dolore solitamente peggiora quando si cammina e si riduce con il riposo. La metatarsalgia è una conseguenza dell’eccessivo stress sopportato dall’avampiede: un piede troppo piatto, troppo cavo o un difetto nella postura può creare un sovraccarico difficile da gestire per il corpo, che aumenterà il peso da sopportare da parte dell’avampiede. 

 Il trattamento conservativo è diverso a seconda dell’origine della metatarsalgia ed è spesso sufficiente per ridurre il dolore. La fisioterapia permette di migliorare l’elasticità dei muscoli del polpaccio e di ridurre gli squilibri muscolo-tendinei. 

Neuroma di Morton

Il neuroma di Morton è una patologia che provoca un ispessimento del tessuto attorno ai nervi che si trovano alla base delle dita dei piedi e che causa solitamente dolore, sensazioni anomale ed intorpidimento sopra o sotto la pianta del piede. Le persone maggiormente colpite dal Neuroma di Morton sono sicuramente le donne: infatti, indossare continuamente scarpe col tacco alto o molto strette facilita l’insorgenza della patologia.

 Gotta

La gotta è una malattia metabolica che deriva da un eccesso di acido urico nel corpo: i cristalli si accumulano nelle articolazioni dei piedi, causando forti dolori e gonfiori. Il principalmente interessato e colpito dalla gotta è l’alluce.   L’aumento dell’acido urico è solitamente dovuto a fattori dietetici (come una dieta ricca di purine, sostanze che verranno degradate in acido urico dall’organismo) o fattori ereditari. 

Borsite al piede

La borsite è l’infiammazione di una borsa, ovvero una sacca piena di liquido con la funzione di cuscinetto per separare le ossa tra di loro o dalle altre parti del corpo, come tendini o muscoli.

La borsite al piede si forma solitamente a causa dei continui stress meccanici che subisce il piede, come l’eccessivo attrito o pressione dovuti a scarpe e calzature inadatte o da alterazioni funzionali e o posturali.

Dito a martello

Le dita a martello rappresentano una deformità delle dita dei piedi, più in particolare del secondo, terzo o quarto dito, che si piegano su se stesse e sull’articolazione centrale, creando un aspetto simile ad un martello; sebbene possano essere causate dall’uso di scarpe inadatte, solitamente le dita a martello sono causate da uno squilibrio muscolare tra muscoli estensori e muscoli flessori delle dita.

Frattura al dito del piede

Una frattura al dito del piede può essere causata da traumi sia diretti che indiretti: solitamente il dolore si concentra nella parte dell’avampiede e la diagnosi viene effettuata tramite una lastra  radiografica.   Mentre le fratture minori possono richiedere solo immobilizzazione, riposo, ghiaccio e antidolorifici, le fratture più severe e gravi possono richiedere un intervento chirurgico.

Alluce rigido

L’ articolazione dell’alluce va spesso incontro a rigidità a causa dell’artrosi, i sintomi principali sono dolore e rigidità articolare che peggiora nel tempo. Il trattamento si basa solitamente su farmaci antidolorifici, chinesiterapia ed esercizi di stretching, ma nei casi più gravi ed invalidanti diventa necessario un intervento chirurgico.

Calli e Duroni

I calli sono delle micro lesioni della pelle che si formano sotto e sopra le dita dei piedi, mentre i duroni sono degli ispessimenti della pelle che si formano su un punto di maggior irritazione e pressione sul piede o sulla punta delle dita.

Tendinite al piede

La tendinite è un’infiammazione acuta a danno del tendine, la struttura che unisce il muscolo corrispondente all’osso. I tendini che regolano i movimenti del piede sono particolarmente lunghi, e spesso vanno incontro ad un’infiammazione della struttura che li circonda, provocando dolore al piede in molte posizioni diverse.  

 

Esercizi per gestire il dolore ai piedi

La riabilitazione funzionale e l’allenamento terapeutico rappresentano uno dei migliori rimedi per molte patologie del piede.

Purtroppo non esistono esercizi che vanno bene per tutti i tipi di disturbo, quindi è necessario fare un attenta diagnosi prima di iniziare un programma di esercizi. Se la causa del dolore ai piedi è la fascite plantare o l’infiammazione del tendine d’Achille, esistono semplici esercizi da poter fare autonomamente che permettono di allungare i muscoli dell’arcata plantare ed il tendine, alleviando così il fastidio e prevenendo lesioni future.

  • Sedersi e incrociare il piede dolente sopra il ginocchio della gamba opposta: afferrare la base delle dita dei piedi e tirarle indietro verso di te fino a sentire un allungamento dei muscoli della pianta del piede. Tenere premuto mantenendo la posizione per 15-20 secondi e ripetere per 3 volte.
  • Sedersi e appoggiare la pianta del piede sopra un oggetto rotondo ma sufficientemente rigido (ad esempio una pallina da tennis non troppo gonfia): far scivolare il piede in tutte le direzioni sopra la pallina per alcuni minuti, percependo una sensazione di rilassamento della muscolatura della pianta del piede, e ripetere questo esercizio almeno due volte al giorno.
  • Stretching del polpaccio in piedi: mettersi difronte ad un muro con le mani appoggiate sulla parete all’altezza delle spalle e posizionare un piede di fronte all’altro. Il piede anteriore dovrebbe trovarsi a circa 30 cm dalla parete, il posteriore subito dietro. Piegare il ginocchio anteriore mantenendo il ginocchio posteriore ben teso, in questo modo sentiremo l’allungamento dei muscoli del polpaccio della gamba posteriore. Mantenere la posizione per qualche secondo, ripeterlo per una decina di volte, poi cambiare gamba e eseguire lo stesso esercizio.
  • Da posizione seduta, mettere un asciugamano sul pavimento di fronte ai piedi: tenendo il tallone ben appoggiato a terra, raccogliere l’asciugamano usando esclusivamente le dita di entrambi i piedi. Ripetere 10-20 volte.
  • Sedersi sul pavimento ed allungare per quanto possibile una gamba: prendendo un asciugamano ed avvolgendolo attorno alle punte del piede, tirare con entrambe le mani i due capi dell’asciugamano mantenendo la gamba più dritta possibile, sentendo l’allungamento dei muscoli posteriori della gamba. Tenere tirato per 30 secondi, ripetendo 3 volte per ogni gamba e piede.

Un fisioterapista specializzato è in grado di suggerire l’allenamento terapeutico con gli esercizi più efficaci per coloro che presentano particolari problemi ai piedi. 

 

Calzature per chi ha dolore ai piedi

Indossare calzature idonee fa sicuramente la differenza per quasi tutti i problemi ai piedi. Scarpe col tacco alto o calzature che stringono i piedi in punta possono contribuire allo sviluppo di deformità come dita a martello e alluce valgo e di infiammazioni come borsiti e fasciti plantari.  

I piedi cambiano la loro conformazione anatomica con il passare dell’età, soprattutto in presenza di artrite. Per questo motivo, calzature adeguate contribuiscono a proteggere i piedi da lesioni, li sostiene, li mantiene caldi, asciutti e comodi, ed a stabilizzare la caviglia evitando che vada incontro a gonfiore eccessivo.  

Calzature in pelle sono generalmente le più comode in caso di problematiche a carico dei piedi, anche se molti materiali moderni offrono comunque un’ottima traspirabilità, flessibilità e comfort.

Le scarpe giuste sono quelle comode quando si provano per la prima volta, non è necessario comprarle più piccole con la speranza che possano allargarsi ed adattarsi al piede con il consumo.   Infine, come già detto, calzature con struttura ed interno in pelle aiutano sono più traspiranti rispetto alle scarpe fatte con materiali sintetici, isolando maggiormente i piedi ed evitando umidità ed infezioni fungine.

 

 

 

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 https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/dolore-ai-piedi/ 

 

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