Esercizio Terapeutico

Esercizio Terapeutico

Al giorno d’oggi si sente sempre più spesso nominare il concetto di “esercizio” anche in ambito sanitario riabilitativo tanto che “l’esercizio terapeutico” è considerato una parte fondamentale nel processo di cura.

 

Cosa è la MET?

La MET è l’acronimo inglese di Medical Exercise Therapy, ed è il concetto di esercizio terapeutico per i pazienti che nasce nelle scuole di Terapia Manuale intorno agli anni ’60.

Quest’idea nasce con l’obbiettivo di istruire i pazienti per percorsi di auto esercizio regolari, in modo che: possano recuperare / migliorare le proprie capacita fisiche, di equilibrio e propriocezione senza correre il rischio di farsi male, e possano automatizzare delle regole e degli schemi di movimento che prevengano eventuali affezioni al sistema muscolo scheletrico.

L’esercizio in ambito fisioterapico è usato in tutti gli ambiti. Da un punto di vista psicologico, contribuisce a rendere il paziente consapevole del suo ruolo nel percorso terapeutico. L’idea che la persona si cosciente di essere parte attiva nel ciclo di guarigione permette di portare a termine gli obbiettivi prefissati, velocizzare i tempi di recupero e rendere meno stressanti le terapie e gli esercizi.

La cosa migliore è recarsi in un centro di fisioterapia specializzato e procedere ad una valutazione , che alle volte è anche gratuita.

 

Quali sono le componenti fondamentali dell’esercizio terapeutico?

Ogni esercizio terapeutico è costituito di cinque fattori che possono avere maggiore o minore rilevanza a seconda dell’obbiettivo dell’esercizio:

  • Forza
  • Velocità
  • Resistenza
  • Coordinazione
  • Mobilità

Queste cinque skills consentono di migliorare le capacità motorie della persona, sarà compito del fisioterapista specializzato saper valutare quale delle cinque necessità maggiore focus, così da impostare il piano di esercizi terapeutici più adatto alle esigenze del paziente.

 

Perché fare esercizi?

Questa è una delle domande che ci pongono i pazienti quando gli diciamo che il primo rimedio contro il loro mal di schiena è fare un’attività fisica regolare.

Alcuni dati sulle patologie causate dalla mancanza di esercizio. Un importante articolo pubblicato dall’Università di Oxford nel 2015 sostiene che: “A disease brought on, at least in part, by insufficient movement and exercise. Hypokinesis has been identified as an independent risk factor for the origin and progression of several widespread chronic diseases, including coronary heart disease, diabetes, obesity, and lower back pain”.

Ciò significa la riduzione del movimento è stata identificata come vero e proprio fattore di rischio per molte patologie croniche diffuse, tra le quali abbiamo la malattia coronarica, il diabete, l’obesità e il dolore lombare.

 

Come costruire un esercizio terapeutico?

Per pianificare gli esercizi terapeutici specifici è necessario l’intervento di uno specialista, però nel frattempo riteniamo utile darti qualche semplice indicazione.

Suddivideremo la pianificazione degli esercizi in vari step in modo da essere più chiari:

  • Fissare l’obbiettivo: qual è lo scopo dell’esercizio? Recuperare una buona performance cardiorespiratoria? Recuperare la forza degli arti inferiori? Recuperare la funzionalità di una spalla operata?
  • Il calcolo del peso, dei tempi e delle resistenze: come sai a seconda del tipo di esercizio, essi vengono effettuati con delle resistenze e dei tempi specifici. Un esercizio che miri alla resistenza, ad esempio, avrà dei tempi più lunghi e dei pesi minori rispetto a un esercizio per l’ipertrofia.
  • Il riscaldamento: è una fase fondamentale per prevenire traumi da sforzo e per aumentare le performance durante gli esercizi. Il riscaldamento è sempre un’attività aerobica il cui scopo è di aumentare la mobilità e l’idratazione dei tessuti prima dell’esercizio.
  • Esecuzione degli esercizi: soprattutto nel primo periodo è importante essere seguiti da un professionista al fine di effettuare i movimenti in modo ergonomico e corretto.
  • Fine degli esercizi: solitamente si pratica un’attività defaticante prima di interrompere definitivamente l’attività.

Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

https://www.fisioterapiaitalia.com/terapie/esercizio-terapeutico/ 

 

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Fisioterapia Spalla : la storia di Paolo

Fisioterapia Spalla : la storia di Paolo

 

Mi chiamo Paolo M., ho 33 anni e vi racconto la mia “bella” storia.

 

Il 27 febbraio 2022 mentre praticavo snowboard, a causa di una caduta veramente “stupida” ho avuto una lussazione della spalla destra. 

Mi recai in pronto soccorso e dopo circa 2 ore arrivò l’ortopedico che con una manovra mi rimise la spalla in sede; mi venne messo il tutore con la prescrizione di tenere la spalla ferma per 3 settimane.

Finalmente arrivò il giorno del controllo e della dismessa del tutore, ma in ospedale era presente un altro ortopedico: io tutto tranquillo restai in reparto pensando ad un controllo più accurato visto che comunque la mobilità era veramente poca ed il dolore era veramente tanto! L’ortopedico mi guarda e mi dice: “ok puoi andare tranquillo che con pochi giorni ritorni alla mobilità completa!” Rimasi basito dicendo che la spalla mi fa male e non riesco a muoverla, ma lui niente mi fece cenno di non preoccuparmi…mi armai di pazienza pensando a chi telefonare uscendo dall’ospedale.

Chiamai subito il dott Lorenzo Rossi, fisioterapista di mia conoscenza dove mi sono trovato veramente bene già in passato per la riabilitazione al ginocchio. Una saggia decisione perché se non avessi fatto quella telefonata forse starei ancora con la spalla bloccata!

Dopo il percorso terapeutico previsto finalmente posso ritornare a fare i movimenti di prima e sono ritornato a praticare lo sport che amo.

Devo dire grazie a lui per la sua grande professionalità e preparazione sulla spalla e grazie al mio impegno e aderenza ai trattamenti ed a tutto il percorso terapeutico consigliato e praticato.

 

 

 

 

 

 

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Lussazione della Spalla

Lussazione della Spalla

La spalla è un’articolazione chiave del nostro organismo, grazie alla quale possiamo effettuare i movimenti dell’arto superiore.

Ci serviamo di questa articolazione in moltissime attività giornaliere: quando laviamo i denti, quando ci asciughiamo i capelli con il fono, quando mettiamo apposto i piatti nel mobile sopra il lavandino, quando ci vestiamo e quando portiamo le mani al volante della macchina.

La spalla inoltre, è una delle articolazioni più trattate negli sport, soprattutto quelli che richiedono un reclutamento importante dell’arto superiore come: il tennis, la pallavolo, la pallanuoto, la pallacanestro, il pugilato, il portiere nel calcio, il tiro con l’arco e la ginnastica artistica.

Traumi importanti alla spalla possono incidere pesantemente nella qualità di vita della persona e nella carriera di un atleta professionale, per questo motivo è bene essere informati e farsi trattare dai migliori specialisti del campo.

La stabilità della spalla

La spalla è un’articolazione caratterizzata da un’ampia capacità di movimento, proprio per questo motivo rientra nella classificazione delle enaratrosi, ossia tutte quelle articolazioni che hanno la capacità di muoversi sui tre piani dello spazio.

Nella spalla stabile tutti i rapporti tra le strutture che la compongono come capsula, muscoli e legamenti sono in perfetto equilibrio.

Se questa grande mobilità della spalla ci permette di muovere in moltissime direzioni l’arto superiore, c’è anche da dire che espone l’articolazione a maggiori fattori di rischio, tra i quali le lussazioni di cui parliamo in questo articolo e che sono l’episodio più drastico della spalla instabile.

Ma cosa significa spalla instabile?

La spalla è definita “instabile” quando la testa dell’omero nel corso del movimento non rimane ben centrata all’interno della cavità glenoidea della scapola che la contiene in parte.

Tale condizione di instabilità articolare può essere generata da molti fattori, che possono coesistere nella stessa condizione.

Tra questi fattori ricordiamo:

  • una situazione di lassità del tessuto connettivo, e quindi dei tessuti periarticolari come i muscoli, la capsula e i legamenti
  • delle alterazioni nello sviluppo dei capi ossei,
  • un deficit del controllo motorio, ad una eccessiva elasticità o anche da tutti e tre i fattori. Questo elemento è il più comune, e presente in moltissime condizioni dolorose della spalla, poiché è alla base di qualsiasi disfunzione di movimento.
  • eventi traumatici nei quali le strutture deputate alla stabilità cedono, e vi è la fuoriuscita parziale o totale della testa dell’omero dalla sua normale sede articolare.

Cosa significa “lussazione”?

La lussazione è la perdita totale del rapporto tra due o più capi articolari.

Nel caso di spalla si parla quasi sempre della lussazione dell’articolazione glenomeraletra omero e cavita glenoidea della scapola, è ben noto che, di tutte le lussazioni traumatiche, quella della spalla sia di gran lunga la più frequente, incidendo nelle varie statistiche delle lussazioni articolari per ben il 50% dei casi.

La ragione di questa importante incidenza sta nella particolare struttura anatomica dell’articolazione.

Le lussazioni di spalla avvengono quasi sempre anteriormente, cioè la testa omerale fuoriesce davanti, poiché è la zona più vulnerabile poiché protetta solo da tre piccoli legamenti.

 

Quali sono i sintomi della lussazione alla spalla?

La lussazione della spalla è un infortunio piuttosto doloroso ed è facilmente riconoscibile da tre elementi principali:

  • dolore acuto in tutta la regione della spalla;
  • deficit funzionale della spalla: è impossibile effettuare moviementi;
  • esame visivo: anche un non esperto di spalle, sarebbe capace di individuarne una lussazione a causa dell’evidente mal posizione della testa dell’omero, soprattutto nelle lussazioni anteriori la cui fuori uscita dalla normale sede anatomica è evidente. Nei casi peggiori la lussazione è anche esposta, cioè l’omero oltre a fuori uscire dalla sede anatomica è uscito anche dallo strato epidermico, ma si tratta di avvenimenti molto rari. All’esame palpatorio la lussazione di spalla si riconosce come “scivolata” sotto l’ascella (lussazione anteriore) o dietro di essa (lussazione posteriore).

Come si curano le lussazioni di spalla?

Il trattamento della spalla instabile va accuratamente valutato, e varia da persona a persona in funzione di diversi elementi da prendere in esame come:

  • Età del paziente
  • Qualità di movimento dell’articolazione
  • Storia clinica della persona
  • Evento che ha prodotto la lussazione
  • Il tipo di lussazione
  • Numero di lussazioni
  • Ecc…

In linea generale, molto generale, se si tratta di un solo evento lussativo dove la spalla è tornata in sede facilmente è probabile che possa essere sufficiente il trattamento conservativo fisioterapico, mentre nei casi in cui si hanno due o tre recidive è necessaria una stabilizzazione chirurgica con tecniche artroscopiche e artrotromiche che possono essere più o meno invasive a seconda dei casi.

Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

https://www.fisioterapiaitalia.com/patologie/spalla/la-lussazione-della-spalla/

 

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Le Onde D’Urto

Le Onde D’Urto

Cosa sono?

Il concetto di onde d’urto è stato introdotto in medicina negli anni 60, ma solo nel 1980 la metodologia fu utilizzata per la prima volta su di un paziente per disintegrare dei calcoli renali.
Da allora molti passi avanti sono stati fatti nell’applicazione delle onde d’urto che vanno dall’utilizzo urologico, ortopedico, traumatologico e nuove prospettive ci sono nel trattamento di alcune patologie a carattere cardiologico etc.

Utilizzo in fisioterapia

In fisioterapia non utilizziamo le onde d’urto con una funzione distruttiva, così come avviene in ambito urologico, ma le utilizziamo per il potere che questi mezzi fisici possono espletare in termini di biostimolazione e riparazione tissutale.

Anche in caso di presenza di calcificazioni o di spine ossee (come, ad esempio, la spina calcaneare), non si utilizzeranno le onde d’urto per distruggere ma piuttosto per generare un metabolismo riparativo.

La tecnologia delle Onde D’Urto, come le altre terapie strumentali di ultima generazione, è una ulteriore possibilità che il fisioterapista ha a disposizione, da integrare alla terapia manuale, all’approccio osteopatico e all’esercizio terapeutico.

Le indicazioni terapeutiche sono varie con un’efficacia provata dalla letteratura scientifica: le Onde D’Urto ad oggi è tra le tecnologie strumentali ha vantare le maggiori evidenze scientifiche in continuo aggiornamento.

PRESSO IL NOSTRO CENTRO, NUOVO SERVIZIO E TRATTAMENTO INTEGRATO, GRAZIE ALLA MODERNA TECNOLOGIA DELLE ONDE D’URTO.

Non aspettare a stare meglio!

Per saperne di più leggi l’articolo completo:

https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/le-onde-durto-extracorporee-in-terapia-fisica-strumentale/ 

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La Capsulite Adesiva

La Capsulite Adesiva

La capsulite adesiva, detta anche spalla congelata, è una patologia estremamente invalidante caratterizzata da dolore e rigidità, nella quale prima sopraggiunge l’infiammazione poi un ispessimento della capsula articolare della spalla. 

È una patologia di frequente riscontro nella pratica quotidiana del nostro Centro, dall’impatto estremamente inficiante la qualità della vita del paziente. Generalmente la prognosi è buona col recupero di tutti i movimenti, ma i tempi di recupero lunghi, la collaborazione del paziente è fondamentale e importante sarà il “patto terapeutico” iniziale che farà la differenza!

La capsulite adesiva è una delle patologie importanti del “complesso spalla”: bisogna riconoscerne i segni e sintomi che sia primaria (idiopatica), o secondaria (post-traumatica, post-chirurgica, processo patologico, altro…); bisogna riconoscerne gli stadi specifici per affrontarli col trattamento mirato ed efficace.

Cause della capsulite adesiva

Le cause della spalla congelata sono ancora sconosciute e si evidenziano solo dei fattori di rischio:

  • età, colpisce tra i 40 e i 60 anni;
  • sesso, colpisce più le donne
  • traumi locali, con successive mobilizzazioni soprattutto quando non si esegue un lavoro di fisioterapia successivo;
  • problemi neurologici, parkinson’s, alzhaimer;  
  • problemi metabolici, diabete, disfunzioni tiroidee;
  • ripetizione eccessiva di movimenti;
  • problemi posturali che riguardano soprattutto le spalle.

Nella maggior parte dei casi il movimento più compromesso in caso di spalla congelata è quello di rotazione esterna, tuttavia è importante sempre effettuare una valutazione specifica per ogni quadro clinico e ogni individuo.

Il trattamento fisioterapico della capsulite adesiva

 Il trattamento della spalla congelata può essere conservativo o chirurgico, per fortuna nella maggior parte dei casi il trattamento è conservativo e la fisioterapia può aiutare senza arrivare all’intervento.

Dopo la valutazione, il fisioterapista andrà a valutare:

  • la sede del dolore;
  • il tipo di dolore alla spalla;  
  • i movimenti che scatenano il dolore.

Dopo aver messo insieme tutti i dati elaborerà un piano terapeutico specifico e individuale.

Le terapie fisiche fanno parte del piano di trattamento completo utilizzando:

Affidati a chi sa valutare e trattare la tua spalla! Affidati alla “Clinica della Spalla” di DiversaMente Benessere!

 

 

Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/capsulite-adesiva/ 

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