Spina Calcaneare : cause e cure

Spina Calcaneare : cause e cure

Una spina calcaneare o sperone calcaneare è una calcificazione ossea dell’osso del tallone del piede che si estende in direzione dell’arco plantare. Questa formazione benigna solitamente si presenta nella parte anteriore ed inferiore del tallone e può arrivare fino ad 1 cm e mezzo di lunghezza: tuttavia, è una formazione mai visibile ad occhio nudo. La spina calcaneare ha una caratteristica ambigua: infatti, è una condizione che può rivelarsi asintomatica, quindi rimarrebbe sconosciuta in quanto non richiederebbe un approfondimento clinico, mentre quando è presente il dolore al tallone, non sempre questo è causato dalla presenza della spina calcaneare stessa. Per questo motivo, è bene affidarsi ad una figura sanitaria specializzata per evitare di eseguire esami diagnostici e terapie poco utili ed inefficaci per l’inquadramento e la risoluzione del problema.

Questa condizione è spesso associata a fascite plantare, una dolorosa infiammazione della banda fibrosa del tessuto connettivo (fascia plantare) che corre lungo la parte inferiore del piede, ovvero la pianta del piede, e collega l’osso del tallone alla dita del piede

 

Perchè viene la spina calcaneare

Gli speroni calcaneari sono causati direttamente da tensioni delle strutture muscolari e legamentose che si protraggono nel tempo. Alla fine, questa tensione eccessiva sollecita l’osso del tallone (calcagno) causando la formazione benigna ossea della spina. Questo quadro clinico è spesso associato ad alterazioni della postura o disfunzioni del movimento.

Infatti, la spina calcaneare si sviluppa nel tempo ed è figlia di un processo di infiammazione cronico: non compare improvvisamente dopo un allenamento o un evento sportivo od un trauma, ma tende a verificarsi, solitamente, quando si ignorano i primi sintomi come il dolore al tallone o alla pianta del piede. 

Lo stress ripetitivo dovuto al camminare, correre o saltare su superfici dure è una causa comune dell’insorgenza dei sintomi: le calzature che indossiamo quotidianamente possono influenzare lo sviluppo di questa patologia, soprattutto quelle che non supportano adeguatamente il piede come i tacchi alti.

La spina calcaneare può anche essere causata da:

  • artrite
  • traumi al tallone
  • eccesso di peso corporeo che provoca uno stress sul piede
  • scarpe scarsamente aderenti e scomode
  • problemi di deambulazione
  • alterazioni posturali e del movimento

Molto spesso le persone che hanno gli speroni calcaneari presentano anche fascite plantare: questa condizione dolorosa interessa il tessuto duro e fibroso che collega la base del tallone alle dita dei piedi. È una delle principipali patologie che affliggono il piede e la caviglia. Soffrire di fascite plantare aumenta esponenzialmente il rischio di sviluppare eventuali spine calcaneari.

 

Come prevenire la spina calcaneare

Prevenire la formazione di spina calcaneare richiede una maggiore attenzione alla salute generale del piede: bisogna fare attenzione agli stress a cui esponiamo quotidianamente i nostri piedi e le strutture ad essi collegate.

Come regola generale non bisogna mai prendere sotto gamba e sottovalutare quando insorge il dolore che si sviluppa al tallone. La così detta tallonite è un sintomo che può essere causato da una spina calcaneare. Il dolore ai talloni può però essere riconducibile anche ad altre patologie del piede come la fascite plantare. Continuare a camminare, fare attività fisica o indossare scarpe che causano instabilità e sovraccarichi al piede, scatenano a volte il dolore al tallone e può portare alla formazione, a lungo termine, di speroni calcaneari.

 

Quali sono i sintomi?

I sintomi di una spina calcaneare possono includere:

  • dolore al tallone
  • infiammazione
  • gonfiore nella parte anteriore del tallone
  • aumentata sensibilità sul tallone

L’area interessata può essere percepita calda e dolente al tatto, con sintomi che possono anche diffondersi su tutto l’arco del piede: solo in rari casi è possibile percepire al tatto una piccola sporgenza ossea. Alcuni speroni calcaneari, o spine calcaneari, potrebbero non provocare alcun tipo di fastidio ed alcun tipo di cambiamento nei tessuti molli o nelle ossa che circondano il tallone: per questo motivo, la loro presenza è rilevabile e visibile solo attraverso un approfondimento diagnostico, come i raggi X e le ecografie o risonanza magnetica.

 

A chi rivolgersi?

L’ortopedico e il fisioterapista sono i candidati ideali per il trattamento conservativo che nella maggior parte dei casi risolve efficacemente questa condizione.

Nel caso queste figure non riuscissero a risolvere il dolore attraverso un percorso conservativo, è il chirurgo ortopedico che si occupa di un’eventuale operazione per la rimozione dello sperone.

 

Trattamenti conservativi

Se hai dolore al tallone che persiste per più di un mese, è importante consultare un fisioterapista esperto che potrà raccomandare trattamenti conservativi come:

  • Esercizi di stretching
  • Utilizzo di scarpe idonee
  • Onde d’urto
  • Taping per far scaricare muscoli e tendini stressati
  • Inserti per scarpe o dispositivi ortopedici
  • Terapia Manuale
  • Rieducazione Posturale

Il dolore al tallone inoltre può rispondere al trattamento con farmaci da banco come acetaminofene, ibuprofene o naprossene. In molti casi, un tutore funzionale può correggere gli squilibri biomeccanici che causano il dolore al tallone e all’arco plantare: inoltre, in rarissimi casi, anche se sarebbe meglio evitare, l’iniezione di un corticosteroide potrebbe alleviare l’infiammazione nell’area interessata.

 

 

 

 

 Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/spina-calcaneare-che-cos-quali-sono-i-trattamenti-giusti/ 

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Mal di schiena e postura

Mal di schiena e postura

Sapevi che una postura può contribuire all’insorgere del mal di schiena? Le nostre attività quotidiane svolgono un ruolo chiave nella salute della nostra colonna vertebrale.

Sfortunatamente, questi tempi moderni non stanno facendo nulla per aiutare la nostra postura. Le ore trascorse alla scrivania, il tempo libero con la testa sepolta negli schermi e uno stile di vita inattivo possono compromettere la nostra salute e causare mal di schiena cronico.

 

Postura corretta

La postura è il delicato equilibrio che le nostre ossa, i nostri muscoli e i nostri tessuti dovrebbero mantenere mentre ci alziamo, ci sediamo, ci muoviamo o ci sdraiamo. Una buona postura consente al corpo di rimanere allineato e previene l’affaticamento muscolare delle articolazioni.

In alcuni casi, le condizioni patologiche della colonna vertebrale sono causate da malattie o fattori genetici. Altre volte, la colpa è da imputare ad anni di cattiva postura e scelte di vita malsane.

 

Postura scorretta

Di seguito troverai una breve guida su quali posture scorrette andrebbero evitate.

Postura da seduti

Uno dei più grandi errori che le persone commettono mentre sono seduti è quello di piegarsi, sia in avanti che all’indietro, aumentando la tensione sui muscoli, che può portare a mal di schiena.

Se svolgi un lavoro d’ufficio, o possiedi una sedia su cui ami rilassarti mentre guardi la televisione, assicurati che la sedia sia dell’altezza giusta. Assicurati che i piedi non penzolino e che i fianchi e le ginocchia poggino con un angolo di 90 gradi. Questa posizione riduce la flessione in avanti della colonna vertebrale, che potrebbe, altrimenti, contribuire all’uscita di un’ernia o alla degenerazione del disco.

Se lavori molto al computer, assicurati che il monitor sia posizionato all’altezza degli occhi. Se il monitor è troppo alto, il collo si estende verso l’alto, causando compressione sulle articolazioni cervicali e affaticamento muscolare. Al contrario, guardare un monitor troppo basso favorisce una posizione inclinata che può influire sul resto della colonna vertebrale.

Postura stando in piedi e camminando

Anche mantenere una buona postura in posizione eretta è importante. Molto spesso il modo in cui ci alziamo e camminiamo può causare affaticamento muscolare e compressione spinale.

Ad esempio può capitare che alcune persone mettano più peso su una gamba. Questo può causare affaticamento muscolare nella parte bassa della schiena e nei glutei e può anche portare a condizioni come l’inclinazione pelvica anteriore.

Quando sei in piedi, assicurati di sostenere il peso del corpo con le punte dei piedi e con le ginocchia leggermente piegate. Inoltre, le spalle dovrebbero essere tirate all’indietro e lo stomaco in dentro. Mentre cammini, guarda dritto davanti a te per evitare di incurvare le spalle. Quando cammini, fai uno sforzo e cerca di atterrare sul tallone, quindi sposta il peso delicatamente in avanti per spingere sulla parte anteriore del piede.

Anche il tipo di scarpe che utilizzi potrebbe causare mal di schiena cronico. I tacchi alti, ad esempio, sebbene consentano di stare più in alto, aumentano lo stress e l’affaticamento muscolare di schiena, fianchi, polpacci e ginocchia. I tacchi alti possono appiattire la parte bassa della colonna vertebrale e causare uno spostamento del collo e della colonna vertebrale toracica. Alcune donne, a causa degli squilibri muscolari e della pressione spinale, possono persino sviluppare condizioni come la spondilolistesi.

Scegli scarpe comode e funzionali, soprattutto se sei in piedi per la maggior parte della giornata. Puoi anche trovare scarpe o inserti speciali che fungono da ammortizzatori per proteggere gambe, fianchi e colonna vertebrale.

Postura da sdraiati

Anche ciò che fai mentre sei sdraiato può anche influenzare la colonna vertebrale. Dormire bene la notte è un ottimo modo per far riposare i muscoli tesi. Dormire in maniera errata potrebbe, invece, portare a un disagio ancora maggiore.

Se soffri di mal di schiena cronico un materasso rigido può fornire un sollievo significativo. Dormire sullo stomaco può aggravare eventuali problemi collegati al mal di schiena, prova a dormire su un fianco o sulla schiena. Molte persone riferiscono che mettere un cuscino tra le gambe mentre dormono su un fianco, o sotto le ginocchia mentre dormono sulla schiena, fornisce loro un ulteriore supporto.

Altre cause di una cattiva postura

Esistono numerose ragioni per cui la nostra postura soffre. Ecco alcuni problemi di cui potresti voler diventare più consapevole e correggere:

  • Utilizzo di dispositivi mobili. Spesso quando utilizziamo il cellulare guardiamo in basso, questo può causare una condizione nota come “sindrome di text neck”. Nei casi più gravi, questa condizione può provocare lo schiacciamento di un nervo o portare a un’insorgenza precoce di artrosi cervicale. Prova a fare pause frequenti dal tuo dispositivo mobile e, quando possibile, tienilo all’altezza degli occhi.
  • Sollevare oggetti in modo errato. Probabilmente già sai che il sollevamento improprio di un peso può portare a mal di schiena. Una cattiva meccanica del corpo durante il sollevamento può sottoporre a stress inutili i muscoli e i tessuti molli, causando problemi alla colonna vertebrale. In alcuni casi possono verificarsi anche condizioni come la sciatica o l’ernia del disco lombare. Se fai un lavoro che richiede sollevamenti di pesi, assicurati di farlo bene. Quando sollevi, cerca di tenere il petto in avanti, in modo che la schiena sia dritta. Piega i fianchi, non la parte bassa della schiena. Usa i fianchi per guidare il processo di sollevamento o cambiare direzione. Tieni l’oggetto che stai sollevando il più vicino possibile al corpo.
  • Stile di vita malsano. Il fumo e l’obesità possono diventare fattori che contribuiscono a condizioni come degenerazione del disco e l’osteoporosi. Adottando uno stile di vita sano (e smettendo di fumare o perdendo i chili in più), hai maggiori possibilità di prevenire alcuni problemi alla colonna vertebrale.
  • Stress. Lo stress può portare a muscoli tesi che influenzano la postura. Trova sbocchi positivi per ridurre lo stress nella tua vita e promuovere il rilassamento in tutto il corpo. Alcune persone trovano utili le routine quotidiane che includono la meditazione e lo yoga.
  • Esercizi sbilanciati. L’esercizio fisico è un ottimo modo per mantenere il corpo e la colonna vertebrale sani. Sfortunatamente alcune persone tendono ad allenare eccessivamente alcuni gruppi muscolari, trascurandone altri. Sviluppare un programma di allenamento equilibrato, con un fisioterapista, ti consentirà di esercitare efficacemente tutti i principali gruppi muscolari. Inoltre, puoi imparare esercizi di rafforzamento e allungamento.
  • Fattori congeniti. Una persona che ha una familiarità di scoliosi avrà, a sua volta, un maggior rischio di sviluppare scoliosi nel corso della vita; Traumi pregressi e cicatrici post chirurgiche. Entrambe queste situazioni possono provocare una tensione anomala delle fasce, che porterà, come conseguenza, a una cattiva postura.
  • Patologie metaboliche. Le patologie metaboliche compromettono la qualità di tutti i tessuti, compreso quello muscolare.
  • Disfunzioni dei recettori posturali. I principali recettori posturali del nostro corpo sono l’occhio, l’orecchio, l’articolazione temporo-mandibolare ed il piede. Le disfunzioni di questi recettori possono provocare, a loro volta, una postura scorretta.

 

Quando una postura scorretta causa mal di schiena

Quando si assume una postura scorretta possono svilupparsi diverse aree di stress all’interno del tessuto muscolare, delle articolazioni spinali e dei dischi. Una volta corretta la postura offensiva, questi stress possono essere alleviati.

Vediamo alcuni esempi:

  • Tenere la schiena curvata per un tempo prolungato, sia in piedi che seduti, può causare tensione e dolore ai muscoli della schiena, del core e dell’addome, riducendo l’afflusso di sangue e sviluppando lentamente rigidità e debolezza nel tronco e nella parte bassa della schiena;
  • La posizione seduta senza supporto determina una piccola flessione in avanti della colonna vertebrale. Nel tempo, questa flessione può caricare i dischi spinali inferiori, causando la comparsa di un’ernia;
  • Una tecnica di sollevamento errata può causare l’ernia del disco lombare, provocando dolore nella parte bassa della schiena e/o irradiando dolore alla gamba attraverso un nervo spinale vicino;
  • Lavorare al computer o leggere un libro in posizione sdraiata sulla pancia può causare un’eccessiva estensione (piegatura all’indietro) della parte bassa della schiena e dell’anca, alterando la dinamica della curva spinale inferiore.

 

Mal di schiena da postura rimedi

Il Fisioterapista ha un ruolo estremamente importante nel trattamento del mal di schiena dovuto ad una postura errata.

Effettuerà prima una valutazione individuale e poi un piano di trattamento specifico per ogni persona e per ogni piano clinico.

Il piano di trattamento del mal di schiena, normalmente, prevede l’integrazione di:

 

 

 Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/mal-di-schiena-e-postura-cause-ed-esercizi/ 

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Lo Strappo Muscolare: cos’è e come si cura

Lo Strappo Muscolare: cos’è e come si cura

Cosa è lo strappo muscolare

Gli strappi muscolari interessano solo i muscoli scheletrici, ossia i muscoli striati volontari che permettono il movimento e il mantenimento della postura del corpo. I muscoli scheletrici hanno dimensioni e forme diverse. I più grandi possono essere composti da centinaia di migliaia di fibre. Quando queste fibre si rompono, si parla di strappo muscolare.

La capacità del muscolo di accorciarsi e quindi di compiere le proprie funzioni, si definisce contrazione muscolare. La combinazione di contrazione muscolare e rilassamento è coordinata dal sistema nervoso, ossia durante la contrazione muscolare si verifica un accoppiamento elettromeccanico dove l’impulso nervoso viene propagato alla cellula muscolare e convertito in movimento. I muscoli scheletrici hanno la caratteristica di saper rispondere con eccezionale velocità agli impulsi nervosi, contraendosi rapidamente e intensamente. Pertanto sono gli impulsi nervosi che consentono agli atleti di correre, calciare, lanciare, ma anche semplicemente camminare e respirare.

Se l’impulso nervoso però determina uno sforzo in allungamento che il muscolo non è pronto a fare, si verifica lo strappo muscolare.

Lo strappo muscolare è, pertanto, una lesione indotta dalla contrazione muscolare causata da un intenso stress meccanico. Il muscolo che subisce uno strappo può non essere pronto perché non è adeguatamente allenato, o riscaldato oppure semplicemente perché inizia a essere stanco a fine allenamento.

Lo strappo muscolare può riguardare qualsiasi muscolo scheletrico del corpo, ma generalmente sono più soggetti a strappo i muscoli di gambe e braccia. Eccezionalmente si osservano strappi a muscoli di addome e schiena.

 

Tipologia di strappi muscolari

Possiamo quindi classificare gli strappi muscolari in:

  • Strappo muscolare di I grado: il numero di fibre danneggiate è basso. Non c’è diminuzione della forza e della flessibilità nel paziente. La lieve lesione determina poco dolore e consente di proseguire l’attività fisica. Sarebbe comunque meglio interromperla e far valutare la lesione a personale medico al fine di evitare un peggioramento della condizione. Quando il numero delle fibre rotte è inferiore al 5% si parla di distrazione muscolare.
  • Strappo muscolare di II grado: il numero di fibre danneggiate è maggiore (tra il 5% e il 50%). Si avverte un forte dolore nella zona interessata e nella maggior parte dei casi c’è la formazione di un ematoma (a volte non visibile). Questo grado di lesioni determina una significativa perdita di forza e movimento, risulta quindi impossibile continuare l’attività fisica. Anche a riposo l’area colpita può essere contratta, rigida e dolorante.
  • Strappo muscolare di III grado: rottura completa o subtotale (3/4 delle fibre) di un muscolo. Si avverte dolore molto intenso, impotenza funzionale e si osserva la formazione di un ematoma importante. Si può anche notare un avvallamento nella sede della lesione. Queste lesioni a volte richiedono un intervento chirurgico.
  • Infine si parla di stiramento (o elongazione muscolare) quando non vi è rottura delle fibre muscolari, ma solo un allungamento forzato: le fibre non si rompono ma si trovano costrette oltre la loro capacità elastica.

 

Cause degli strappi muscolari

La causa principale di uno strappo muscolare è un uso del muscolo oltre le sue possibilità.

Vediamo in dettaglio le cause degli strappi muscolari:

  • Movimenti bruschi e violenti.
  • Azione sbagliata durante attività fisica (salto, perdita di equilibrio, lancio).
  • Mancanza della fase di riscaldamento prima dell’attività fisica.
  • Mancanza della fase di stretching dopo l’attività fisica.
  • Preparazione fisica non idonea (età, tonicità muscolare, problemi articolari, squilibri posturali e muscolari).
  • Condizioni ambientali sfavorevoli (sbalzi di temperatura, umidità).
  • Postura scorretta.
  • Scarsa flessibilità.
  • Abbigliamento e calzature non adatte.
  • Mancanza di coordinazione.

 

Sintomi

I sintomi degli strappi muscolari includono:

  • Dolore acuto e improvviso che peggiora mentre si contrae il muscolo.
  • Perdita di forza e libertà di movimento.
  • Impotenza funzionale.
  • Gonfiore, lividi o arrossamento.
  • Dolore a riposo.
  • Incapacità di usare il muscolo.

Quando il muscolo subisce uno strappo, i pazienti spesso riferiscono un dolore simile a quello di una “pugnalata”.

 

Come curare uno strappo muscolare

Il trattamento di uno strappo muscolare dipende dalla diagnosi accurata del medico e la valutazione del fisioterapista. La gravità dello strappo e le conseguenze a cui il muscolo infortunato dovrà far fronte influiranno sulla durata del processo di guarigione e della riabilitazione.

Il grado di lesione di uno strappo muscolare e la terapia più adeguata possono essere stabiliti solo tramite un’ecografia.

La cura dello strappo muscolare prevede 2 fasi:

FASE 1

Il trattamento di prima linea per uno strappo muscolare nella fase acuta comprende cinque passaggi comunemente elencati nell’acronimo noto come P.R.I.C.E. dove:

  • P sta per PROTEZIONE, ossia proteggere la lesione da ulteriori traumi, applicando una morbida imbottitura per ridurre al minimo l’impatto con eventuali oggetti
  • R sta per RIPOSO, il riposo è necessario per accelerare la guarigione e ridurre il rischio di recidive
  • I sta per ICE (GHIACCIO), applicare ghiaccio per indurre la vasocostrizione, contrastare l’infiammazione e far diminuire il dolore (mai per più di 20 minuti alla volta)
  • C sta per COMPRESSIONE, avvolgere la zona interessata con una fasciatura morbida per ridurre ulteriormente il flusso sanguigno e favorire il drenaggio linfatico
  • E sta per ELEVAZIONE, tenere il muscolo elevato nei momenti di riposo per favorire il ritorno del sangue venoso alla circolazione sistemica.

A questo primo trattamento può essere associata una terapia aggiuntiva con farmaci FANS come ibuprofene e/o paracetamolo che agiscono per ridurre l’infiammazione immediata (previa consultazione con medico o farmacista).

FASE 2

Finita la fase acuta, il fisioterapista può intervenire e attuare la fase di riabilitazione che si realizza in pratiche di riabilitazione o mediante terapia fisica.

Le pratiche riabilitative prevedono un iniziale rinforzo specifico e indolore della zona interessata, ma non solo. Si andranno, infatti, ad allenare anche i muscoli profondi della schiena e dell’addome, che hanno il compito di dare stabilità ai movimenti delle articolazioni di arti superiori e inferiori. Successivamente il fisioterapista proporrà al paziente esercizi di rinforzo specifici via via sempre più intensi fino a riallenare il gesto che ha prodotto la lesione.

Le terapie fisiche adottate dai fisioterapisti in casi di strappi muscolari sono:

Solitamente nelle prime fasi si lavora a livello perimetrale rispetto alla lesione.

Infine è sempre consigliato un programma di mantenimento. Tornare all’attività sportiva in maniera indolore può far dimenticare il lavoro di riabilitazione e prevenzione svolto. Sarebbe auspicabile continuare a osservare le pratiche suggerite dal fisioterapista per evitare ulteriori infortuni.

 

 

 Per saperne di più leggi l’articolo completo  :

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LA CURA DEL MAL DI TESTA…secondo la Clinica!

LA CURA DEL MAL DI TESTA…secondo la Clinica!

Se soffri di mal di testa cronico o di emicrania, potresti pensare di aver esaurito ogni possibile opzione terapeutica. Ma è davvero così?

Quando soffri, tutta la vita può sembrare un lungo mal di testa e l’unica cosa che ha senso è trovare una soluzione definitiva o per lo meno efficace!

Quando si esaminano le cause di questi mal di testa, non è sempre chiaro da dove provengano. Ci sono molti fattori con ruoli diversi che concorrono all’insorgenza delle cefalee. Ad esempio, i fattori scatenanti sono quelli che provocano un attacco: sono numerosi e personali.

Ognuno di essi può provocare un mal di testa in quei momenti “più delicati” in cui il sistema nervoso deve affrontare un cambio degli equilibri interni: inizio o fine giornata, giorni delle mestruazioni, riunioni lavorative, discussioni famigliari.

 Tra i fattori scatenanti vi sono gli alimenti, l’alcol, i cambiamenti ormonali, l’esposizione al sole, l’esercizio fisico, i disagi psico-emotivi, la mancanza di riposo, un sonno disturbato…l’elenco è lungo! E se un fattore scatenante non provoca un episodio di emicrania un giorno, un altro potrebbe farlo un altro! È una questione personale e dipende da quali circuiti neuronali non stanno funzionando bene in quel determinato giorno. Ecco perché è importante compilare un diario ed annotare cosa ha provocato l’attacco.

E il collo (la cervicale)? Può essere parte del problema? Abbiamo una buona notizia: l’80% delle persone che soffrono di cefalee ed emicranie croniche ha una componente cervicale, cioè ha dolori, tensioni e limitazioni di movimento del collo.

L’approccio fisioterapico per il trattamento delle cefalee utilizzato dalla Clinica del Mal di Testa Diversamente Benessere è estremamente efficace al riguardo perché permette di verificare subito il ruolo provocativo della cervicale e di trattarlo con tecniche specifiche ed esercizi attivi.

La buona notizia è che la ricerca ha dimostrato che questo approccio riduce i livelli di irritazione e ipersensibilità dei circuiti nervosi responsabili dell’insorgenza degli attacchi di mal di testa.

Ogni giorno ascoltiamo, valutiamo e trattiamo pazienti con la “loro storia di mal di testa”, ed ogni giorno contribuiamo in varie forme ed in vari modi al loro benessere!

Affidati alla Clinica del Mal di Testa del nostro Centro!

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Vertigini o Dizziness?

Vertigini o Dizziness?

Le vertigini sono una distorsione percettiva sensoriale che altera, appunto, la percezione di movimento del proprio corpo rispetto all’ambiente esterno o dell’ambiente esterno rispetto al corpo o entrambi.

A volte il termine viene confuso con quello di dizziness (stordimento o capogiro) con cui si fa riferimento similarmente a un disturbo spiacevole dell’orientamento spaziale o all‘erronea percezione di un movimento. La dizziness cervicogenica o vertigo cervicale è una condizione clinica particolare in cui il rachide cervicale gioca il ruolo chiave.

Questi disturbi sottintendono tutta una vasta sintomatologia caratterizzata non solo da vera vertigine ma anche da sensazioni, solitamente meno intense (ma non per questo meno fastidiose), di instabilità, disequilibrio e stordimento, la cui natura non necessariamente differisce da quelle delle forme più tipicamente rotatorie, e alla cui base vi sono spesso le stesse patologie.

Disturbi dell’equilibrio, cosa sono?

L’equilibrio è controllato da tre sistemi: vestibolare (labirinto/orecchio), visivo (occhi) e propriocettivo (muscoli, articolazioni); tutto ciò è coordinato dal sistema nervoso centrale. In caso di disfunzione di questo complesso sistema, avremo vertigine e/o dizziness.

I disturbi dell’equilibrio vengono distinti in:

  • Vertigine vestibolare con sensazione di instabilità e di rotazione;
  • Dizziness non vestibolare (vertigo cervicale) con sensazione di capogiro, stordimento, galleggiamento, oscillamento e dondolio;
  • Fobie con paura dell’altezza, degli ambienti, etc;
  • Mal di trasporto con ipersensibilità centrale agli stimoli di movimento;
  • Presincope con svenimento.

La vertigine vestibolare periferica è il tipo più frequente di disturbo acuto dell’equilibrio. L’episodio di vertigine è acuto, improvviso, accompagnato spesso da nausea e vomito, sintomi uditivi, rari sintomi neurologici e con rapida risoluzione.

Vertigini e dizziness, quali sono le differenze?

Vertigine: indica propriamente il disturbo caratterizzato dalla sensazione di rotazione dell’ambiente circostante o del proprio corpo. Spesso sono accompagnate da nausea, vomito, mal di testa, problemi visivi, aumento del battito cardiaco.

Dizziness: indica genericamente i disturbi dell’equilibrio intesi come stato di instabilità e capogiri; può essere caratterizzato da sensazione di svenimento, debolezza e instabilità, talvolta accompagnate da nausea e senso di confusione.

Quali sono le caratteristiche della vertigine?

Per la vertigine vestibolare: sensazione rotatoria, prevalentemente episodica con fattori scatenanti dati da movimenti della testa e del corpo e con sintomi associati come nausea, vomito, acufene ed ipoacusia.

Per la vertigine non vestibolare: sensazione di stordimento, oscillamento, dondolio e capogiro, spesso costante nel tempo, con fattori scatenanti come ansia, stress, iperventilazione, aritmia cardiaca, iperventilazione e con sintomi associati come cefalea, pallore, parestesia e sincope.

Quali possono essere le cause dei capogiri?

Le cause più frequenti sono l’ipertensione e l’ipotensione arteriosa, la presincope vasovagale o neurocardiogena, la presincope cardiogena, l’ipoglicemia, il disturbo di panico e il disturbo d’ansia, la sindrome depressive, la grave anemia, i disturbi della visione, le patologie osteoarticolari cervicali, gli effetti collaterali e l’intossicazione da farmaci o da alcol.

Quali sono le cause delle vertigini?

 Le cause più comuni sono:

  • Vertigine parossistica posizionale benigna
  • Neurite vestibolare/ Labirintite
  • Labirintite otogena
  • Vertigine nella sordità improvvisa
  • Malattia di Meniere
  • Fistola perilinfatica
  • Labirintopatie da intossicazione
  • Vascolare (insufficienza vertebro-basilare)
  • Vertigine in varie patologie neurologiche
  • Vertigini psicogene
  • Vertigine post-traumatica, in particolare a carico del distretto cervico-temporo mandibolare ed orecchio

 La diagnosi e l’eziopatogenesi della vertigine e degli altri disturbi dell’equilibrio avviene tramite l’anamnesi, la valutazione clinica, ed eventuali indagini strumentali.

 

Dott. Lorenzo Rossi, fisioterapista

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