Cervicale quando e come curarla…

Cervicale quando e come curarla…

 

Pur essendo un disturbo comune, l’infiammazione alla cervicale non è certo una cosa da poco. La mancata cura o comunque la sottovalutazione di alcuni sintomi legati alle patologie di questo distretto corporeo, infatti, potrebbero evolvere in conseguenze poco piacevoli.

Cosa significa dolore cervicale?

Avere un problema cervicale, significa essere affetti da un’infiammazione acuta delle vertebre cervicali, caratterizzata da forti rigidità, disturbi come tensioni muscolari o trigger point o avere disturbi ai nervi di questa zona del corpo, causati da compressione degli stessi, creati dalle strutture anatomiche vicine, come i dischi che si trovano tra le vertebre (protrusioni o ernie del disco), dalle strutture ossee (artrosi o stenosi).

Queste problematiche possono aumentare in maniera esponenziale la tensione dei muscoli che lavorando male usurano le vertebre, sino a trasformare il malessere in un disturbo cronico come l’artrosi, la discopatia e l’ernia.

Un fisioterapista specializzato attraverso una valutazione specifica può, individuare quale sono gli elementi clinici più rilevanti e programmare interventi riabilitativi efficaci, come la terapia manuale, l’esercizio terapeutico e/o la terapia fisica strumentale.

Il dolore cervicale e la nausea

La nausea è una sensazione di malessere generale non ben definita che si avverte tra faringe e stomaco nonché uno dei sintomi più fastidiosi attribuiti ai disturbi della cervicale anche se non sono sempre ben chiare le motivazioni della sua comparsa.

Questo può accadere principalmente per due motivazioni:

  • Eccessiva stimolazione del Nervo Vago (stimolazione eccessiva della muscolatura del collo e che può causare sudorazione e nausea);
  • Rigidità delle articolazioni cervicali

Anche le vertigini o la sensazione di sbandamento, possono essere spesso legate al tratto cervicale infiammato o che abbia qualche problema. In questi casi, successivamente ad una valutazione specifica e differenziata a cura del fisioterapista specializzato, si faranno trattamenti specifici.

Dormire bene per prevenire il dolore cervicale

La zona cervicale è una delle zone più soggette alla manifestazione del dolore sia durante il riposo che durante il risveglio poiché può essere soggetta a posizioni scorretta per lungo tempo, mettendo in tensione le varie strutture muscolari e articolari, creando il cosiddetto sovraccarico funzionale.

Come poter rimediare a questo problema? Esistono pensieri divergenti riferiti a questo argomento ma le soluzioni più utilizzate sono l’utilizzo di cuscini per la cervicale, e la scelta di dormire senza cuscino. La scelta del cuscino per la cervicale o di toglierlo completamente, è da fare insieme al proprio fisioterapista, infatti ogni quadro clinico è diverso dall’altro e quindi non esiste un cuscino cervicale che vada bene per tutti i casi.

Anche le persone senza disturbi possono valutare con il proprio fisioterapista quale è in modo migliore per dormire e quale materasso o cuscino è meglio utilizzare. Nel momento in cui compaiono i dolori durante il riposo, quindi, devono apparirci come un campanello di allarme: potrebbe essere presente, infatti, un problema muscolare e vertebrale.

In ogni caso il cuscino deve sorreggere, adattarsi al peso della testa e mantenere la testa in posizione neutra (allineata al resto del corpo, sia da supini che sdraiati su un fianco), mantenendo la percezione in una posizione media (né troppo alta né troppo bassa).

Inoltre è consigliato, soprattutto che chi soffre di problemi cervicali di dormire lateralmente o in posizione supina (a pancia in su).

 

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https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/cervicale-quando-preoccuparsi-e-come-curarsi/

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Cause e rimedi per il dolore al collo

Cause e rimedi per il dolore al collo

 

Il dolore allo sternocleidomastoideo (regione antero-laterale del collo), colpisce il muscolo laterale del collo e può dar vita a mal di testa, torcicollo, dolore alla mascella, e se associato ad altre disfunzioni anche vertigini e senso di vomito.

Il muscolo sternocleidomastoideo (SCOM) è un muscolo lungo e sottile che si trova su ciascun lato del collo: ha due capi, il capo che origina dallo sterno e quello clavicolare che parte dalla clavicola, che si fondono gradualmente in un muscolo spesso arrotondato prima di inserirsi nel processo mastoideo, al di sotto dell’orecchio.

Quando l’SCM si irrita per diversi motivi, può portare direttamente a una condizione chiamata Sindrome Sternocleidomastoidea.

Il dolore allo sternocleidomastoideo può sorgere in diversi punti. Il collo, le spalle o la parte superiore della schiena possono essere particolarmente sensibili al tocco o alla pressione. In alcune particolari condizioni cliniche è possibile provare dolore ai seni nasali, alla fronte o vicino alle sopracciglia.

Il dolore sordo e doloroso può essere accompagnato da sensazione di oppressione o pressione. Girare o inclinare la testa può causare un dolore acuto. Lesioni più gravi possono comportare gonfiore, arrossamento. Possono verificarsi anche spasmi muscolari.

Alcuni dei seguenti sintomi possono presentarsi singolarmente o nello stesso momento:

 

  • Difficoltà a sollevare la testa;
  • Disorientamento;
  • Vertigini o squilibrio;
  • Affaticamento muscolare;
  • Nausea;
  • Dolore alla mascella, al collo o alla parte posteriore della testa;
  • Dolore all’orecchio, alla guancia o ai molari;
  • Ronzio nelle orecchie;
  • Irritazione del cuoio capelluto;
  • Rigidità nucale;
  • Mal di testa;
  • Lacrimazione inspiegabile;
  • Disturbi visivi come ad esempio una visione offuscata o la luce che appare attenuata.

Le cause scatenanti della patologia possono essere:

  • Alcuni tipi di attività (sportive e non);
  • Cattiva postura;
  • Colpo di frusta;
  • Schemi respiratori anormali;
  • Discrepanza della lunghezza dell’arto superiore;

 

Ci sono diverse soluzioni per curare la sindrome sternocleidomastoidea, la piú efficace è senza dubbio la fisioterapia. Il fisioterapista è in grado attraverso una valutazione muscolo-scheletrica di programmare un piano di trattamento riabilitativo specifico per ogni caso clinico.

Un buon fisioterapista sa come riconoscerlo agendo sui cosiddetti “trigger point” ovvero quei punti che alla pressione provocano dolore nel paziente.

Una risonanza magnetica oppure una lastra nella zona può confermare la diagnosi o verificare altre condizioni patologiche che possono provocare il dolore.

Gli obiettivi del trattamento di fisioterapia è quello di allungare e rilassare i muscoli tesi, rafforzare i muscoli deboli, ripristinare il movimento dei segmenti spinali ristretti, attraverso la terapia manuale e rieducare il sistema motorio sensoriale attraverso esercizi propriocettivi.

Il trattamento comprende una terapia manipolativa diversificata delle articolazioni colpite; terapia con trigger point (compressione ischemica) di SCM e muscoli trapezi superiori; pettorale, squame suboccipitali e muscoli trapezi superiori; e rilassamento post isometrico del muscolo. L’allungamento del muscolo sternocleidomastoideo è una parte essenziale di ogni trattamento.

Gli esercizi propriocettivi svolgono un ruolo importante nella riqualificazione degli stabilizzatori primari della colonna vertebrale e nella riprogrammazione delle connessioni subcorticali per migliorare il reclutamento muscolare.

Il paziente deve fare anche degli esercizi da svolgere a casa. Viene pure addestrato sulle tecniche di respirazione adeguate. La respirazione del diaframma inibisce il coinvolgimento dei muscoli respiratori accessori iperattivi e mantiene la loro attività al minimo durante il riposo.

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https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/dolore-allo-sternocleidomastoideo/

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Caso clinico : La storia di Luciano

Caso clinico : La storia di Luciano

Caso Clinico di successo: la storia di Luciano 

 

Luciano, 38 anni

Soffro di mal di testa  dall’eta’ di 15 anni.

Il decorso di questi anni è stato un’alternarsi di giornate piene di carica a giornate buie dove il dolore intenso e protratto assumeva carattere invalidante.

L’unico “rimedio” era l’assunzione di farmaci dapprima antidolorifici da banco di tutti i tipi , poi  farmaci specifici prescritti da centri specializzati.

Dopo tanti anni trascorsi a combattere contro questo disturbo assumendo sistematicamente farmaci, non senza effetti collaterali , con ferma convinzione  posso affermare che il prezzo pagato in questi anni è stato molto caro.

Solo chi soffre di mal di testa può capire fino in fondo quante rinunce e quante limitazioni porta questa patologia.

Quando ormai la rassegnazione aveva preso il sopravvento è arrivata la svolta.

Mi sono recato in un centro fisioterapico, dove il punto di riferimento è il Dottor Lorenzo Rossi, per curare con successo  una forte sciatalgia attraverso un percorso mirato.

Durante la terapia e dopo avergli parlato del mio mal di testa è stato lui stesso ad informarmi per la prima volta di una nuova tecnica di approccio nuovo a questa patologia.  Mi sono affidato alle sue mani.

Mi sono sottoposto a questa terapia mirata di solo 6 sedute i risultati sono stati sorprendenti!sono passato da una media di 11/12 attacchi al mese, dove era d’obbligo assumere farmaci, a 2/3 attacchi al mese dove il più delle volte è un dolore tollerabile che non necessita di interventi.

Per mantenere  ottimi risultati a lungo termine è indispensabile seguire una tabella di marcia personalizzata prescritta dal fisioterapista che consiste in semplici ma indispensabili esercizi da fare tranquillamente a casa con costanza.

Questa è la mia testimonianza di un trattamento molto efficace per il mal di testa sperando nel mio piccolo di poter aiutare quante più persone possibili che si trovano nella mia stessa situazione a vedere che c’è una luce in fondo al tunnel.

 

Se soffri degli stessi sintomi e problematiche contattaci subito al 3474964555 e ci occuperemo di te con una terapia personalizzata ed efficace.

 

 

 

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Sintomi e cura delle vertigini cervicali

Sintomi e cura delle vertigini cervicali

 

Le vertigini cervicali sono un tipo di vertigine che deriva, in parte, da una certa postura o movimento del collo.

Le persone con vertigini cervicali di solito lamentano vertigini aggravate dai movimenti della testa accompagnati da dolore alla cervicale e mal di testa. Una persona può sentirsi come se il mondo ruotasse attorno a sè, come se stesse girando, pur stando ferma.

Una persona con vertigini cervicali può presentare i seguenti sintomi :

 

  • perdita di coordinazione
  • perdita di equilibrio
  • mal di testa
  • mal d’orecchio
  • ronzio nelle orecchie
  • nausea
  • vomito
  • difficoltà di concentrazione

Le cause di vertigini possono essere diverse e il disturbo può essere causato da diverse strutture anatomiche. L’origine dei sintomi può essere dovuto a:

 

  • Le vertebre della cervicale e le strutture nervose ad esse connesse
  • Problema alla bocca e all’articolazione temporo-mandibolare (Disturbo alla motilità oculare)
  • Tensione muscolare della zona cervicale, della testa (es. muscolo sternocleidomastoideo) e delle spalle
  • Problemi all’orecchio interno Otoliti (sassolini di ossalato di calcio che si formano nell’orecchio interno)
  • Disturbi del sistema nervoso centrale e periferico
  • Ansia, stress, depressione
  • Alterazione del flusso sanguigno che porta il sangue alla testa e al cervello

 

Il trattamento delle vertigini cervicali è strettamente legato alla causa scatenante e va dal trattamento farmacologico fino ad arrivare all’intervento chirurgico (es.chirurgia dell’orecchio).

Il fisioterapista dopo un’attenta valutazione clinica è il professionista sanitario in grado di trattare tutte le problematiche relative alle problematiche di natura neuro-muscoloscheletriche. Un trattamento fisioterapico può includere diverse fasi terapeutiche in particolare nei quadri clinici più complessi in cui le vertigini sono anche associate alla cefalea ad altri dolori cervicali, disturbi dell’equilibrio, dell’attività vestibolare o del sistema oculomotorio.

 

Piano terapeutico può includere:

 

  • Terapia manuale per il recupero delle restrizioni articolare delle vertebre cervicali, dell’ articolazione temporo mandibolare.
  • Terapia mio-fasciale per il trattamento dei muscoli e fascia che generano i disturbi
  • Laserterapia per ridurre il dolore e l’infiammazione delle strutture coinvolte nel quadro clinico.
  • Riabilitazione propriocettiva per il ripristino dell’equilibrio
  • Pompage per allentare la tensione delle strutture
  • Esercizio o allenamento terapeutico

 

Prevenire la vertigine cervicale non è spesso possibile ma alcune abitudini ed esercizi possono aiutare a prevenire alcune cause. Ad esempio, l’esercizio dei muscoli del collo per migliore il reclutamento muscolare e ridurre la pressione nelle zone di maggior carico. Quando si è seduti, mantenere la testa, le spalle e la colonna vertebrale allineate può ridurre la pressione nel collo ed evitare l’usura delle strutture delicate. Il fisioterapista può aiutarti attraverso esercizi di rieducazione posturale specifici per il tuo caso.

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Vertigini di origine cervicale

Vertigini di origine cervicale

Le vertigini, insieme alla lombalgia, all’emicrania, e al dolore al collo sono una delle principali cause per cui i pazienti si recano dal medico di base. Questa condizione infatti ha un’incidenza del 7% sulla popolazione, e raggiunge il 45% nelle persone con un’età superiore ai 50 anni. Le cause possono riguardare il sistema nervoso centrale, il sistema vestibolare, problematiche di carattere infiammatorio, e anche disfunzioni di movimento del tratto cervicale, come nel caso della sindrome cervicale pseudo vertiginosa, in cui l’aspetto biomeccanico gioca un ruolo rilevante.

Alcune delle cause più frequenti possono essere:

 

  • Alterazioni e patologie riguardanti il sistema nervoso autonomo;
  • Problematiche cardiocircolatorie;
  • Disfunzioni del tratto cervicale, soprattutto nei segmenti alti da C0 a C3;
  • Problematiche al sistema nervoso centrale;
  • Alterazioni del movimento oculare;
  • Patologie del sistema vestibolare come la Sindrome di Meniere, le labirintiti, la V.P.B.P.;
  • Traumi cranici e del tratto cervicale;
  • Insufficienza dell’arteria vertebrale;

Spesso i pazienti che soffrono di vertigini  si esprimono con espressioni tipo: “oddio!! mi sento girare tutto”, “ho difficoltà a stare in piedi, seduto va un po’ meglio”, “se guardo verso l’alto e poi riabbasso lo sguardo mi inizia a girare la testa”.

I sintomi che comunemente accompagnano le vertigini:

 

  • Dolori al tratto cervicale;
  • Sensazione di nausea;
  • Alterazione dell’equilibrio da fermo e al movimento, spesso esacerbati quando si è al buio;
  • Alterazioni del movimento del tratto cervicale: limitazione dell’estensione, difficoltà nella rotazione…
  • Mal di testa;
  • Sensazione di pesantezza della testa e del collo;
  • Alterazioni della vista: visione offuscata.

 

 

In caso di vertigini il fisioterapista valuterà qual è la struttura alterata, elaborando il piano terapeutico che nel minor tempo possa garantire il massimo dei benefici al paziente. Ogni paziente, presenterà una forma di disfunzione specifica, in termini di percezione del dolore e alterazione del movimento, alla quale consegue uno specifico percorso riabilitativo.

 

Nei cicli terapeutici per le vertigini, il fisioterapista si avvale di:

  1. Tecniche di rilascio miofasciale: mirate principalmente per aumentare la mobilità dei tessuti molli. Possono essere applicate manualmente o con l’ausilio di diversi accessori tra cui gli IASTM.
  2. Tecniche manuali di mobilizzazione: per aiutare il paziente a ripristinare il movimento fisiologico. Le tecniche possono essere condotte dal fisioterapista (tecniche passive) oppure essere applicate in correlazione a una mobilizzazione attiva del paziente.
  3. Esercizi terapeutici di stabilizzazione del tratto cervicale: che hanno lo scopo di migliorare il controllo motorio del collo, rinforzando i muscoli stabilizzatori e migliorandone la loro attivazione;
  4. Esercizi terapeutici visuo-motori e vestibolari;
  5. Posture, talvolta con ausili specifici, per migliorare la fisiologia articolare della colonna.

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Ernia Cervicale

Ernia Cervicale

Il termine “ernia del disco” indica una condizione in cui, a seguito di importanti sollecitazioni il nucleo polposo fuoriesce dall’anulus fibroso.

Occorre distinguere la protrusione discale dall’ernia del disco :  la protrusione discale è una parziale fuoriuscita del disco dalla sua normale sede anatomica , l’ernia del disco è la fuoriuscita del nucleo polposo dall’anello fibroso.

I traumi cervicali costituiscono la principale causa di ernia cervicale; tra questi ricordiamo: aumento dei carichi sul rachide, colpo di frusta, inclinazione delle vertebre, indebolimento del disco causato dall’invecchiamento, artrosi cervicale.

Il sintomo principale dell’ernia cervicale è il dolore al collo (cervicalgia), che può irradiarsi lungo il braccio (brachialgia).

L’ernia cervicale è spesso molto dolorosa, tanto che il dolore può compromettere seriamente l’attività lavorativa del paziente che ne viene colpito: il soggetto, infatti, trova sollievo esclusivamente con il riposo, atteggiamento che, purtroppo, non sempre è corretto.

I segmenti cervicali più soggetti a sviluppare ernia discale sono i primi e gli ultimi, ossia C2-C3 e C5-C6 e C6-C7.

Uno dei motivi principali rientra nella posizione anatomo fisiologica di queste vertebre che trovandosi a confinare con segmenti rigidi come la cerniera C0-C1 e con il tratto dorsale, spesso si muovono più del dovuto, proprio per compensare al ridotto movimento dei distretti con cui confinano.

A questa condizione si associa anche una ridotta stabilità dal punto di vista muscolare e una diminuzione della mobilità dorsale che facilità l’instaurarsi di tale condizione.

La fisioterapia e la terapia manuale per l’ernia è ad oggi lo strumento migliore per trattare questa condizione. Il ciclo fisioterapico avrà l’obbiettivo di migliorare il movimento di tutta la colonna, la cui disfunzione è ritenuta una delle cause principali che hanno sviluppato l’ernia del disco.

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