L’artrosi è una patologia degenerativa che consiste nel danneggiamento progressivo della cartilagine. Con l’alterazione dello strato cartilagineo, i segmenti ossei delle articolazioni, non avendo più uno strato protettivo entrano in stretto contatto causando dolore e limitazione funzionale.
Il meccanismo reattivo del corpo allo “sfregamento” tra le superfici ossee è la produzione di materiale ulteriore osseo, gli osteofiti, nelle superfici articolari. Gli osteofiti porteranno a una limitazione importante del movimento.
Nell’artrosi di spalla, la superficie cartilaginea che ricopre i capi articolari per cause che ancora oggi non sono ben chiare, tende ad andare incontro a una degenerazione progressiva. Si inizia con l’assottigliamento della cartilagine fino ad arrivare alla lesione vera e propria che porta le due ossa in questione (testa omerale e cavità glenoidea) a stretto contatto tra loro senza avere più alcun tessuto di protezione tra di loro.
Per rallentare la degenerazione artrosica si attuano protocolli di fisioterapia conservativa, mentre per curare una spalla con artrosi avanzata è necessario un intervento chirurgico di sostituzione dei capi ossei con la protesi, a cui segue un percorso fisioterapico di almeno 5 mesi.
I sintomi sono rappresentati da:
- Dolore
- Limitazione del movimento
- Degenerazione cartilaginea e ossea
- Gonfiore, rossore e calore
Diagnosi e trattamento
L’artrosi di spalla è diagnosticata dallo specialista dopo che ha eseguito un’anamnesi, un esame obbiettivo, dei test clinici e dopo aver visionato gli esami RX , dai quali è ben visibile la formazione di osteofiti tipica di questa patologia.
La spalla artrosica può essere trattata con un percorso conservativo o chirurgico. La scelta dei due trattamenti dipende dal livello di degenerazione dell’articolazione, dal dolore e dalla limitazione funzionale.
Il trattamento fisioterapico ha l’obbiettivo di rallentare il più possibile la degenerazione della spalla, mediante l’utilizzo combinato di:
- tecniche manuali
- esercizio funzionale
- mezzi fisici, come laser,tecar, ipertermia, ultrasuoni
che portano a ridurre la sintomatologia algica, a controllare l’infiammazione e a migliorare la mobilità.
Spesso infatti l’artrosi è in concomitanza di disfunzioni di movimento che possono essere migliorate e a volte anche risolte con l’utilizzo di tecniche specifiche, e questo permette di recuperare buona parte della funzionalità articolare. La frequenza delle sedute non è molto intensiva: nel primo periodo è di circa due volte a settimana, poi successivamente si passa ad una seduta a settimana.
Anche nei casi peggiori si esegue sempre un tentativo di trattamento conservativo, che nella peggiore delle ipotesi servirà ad accelerare i tempi di recupero dopo l’operazione.
Conclusioni
Come si può capire non si tratta di un percorso semplice e ci sono molti fattori da prendere in considerazione e che possono influire sul percorso di cura oltre a quelli che ti abbiamo elencato.
Primo fra tutti è l’atteggiamento del paziente. Una persona che ha un motivo importante per recuperare che potrebbe essere la famiglia o il lavoro, sarà spronata a dare il meglio di sé in ogni seduta e a eseguire gli esercizi a casa che gli indicherà il fisioterapista.
Un altro elemento fondamentale è l’operazione, un’operazione riuscita alla perfezione getta le basi per un recupero ottimale della spalla, un Centro fisioterapico di qualità saprà consigliarti chirurghi esperti. E infine la qualità del professionista e del percorso fisioterapico che progetta.
Per saperne di più leggi l’articolo completo :
https://www.fisioterapiaitalia.com/patologie/spalla/artrosi-della-spalla/
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