È stato dimostrato che questo tipo di atteggiamento porta a un maggior numero di visite mediche, di dolore persistente, di disabilità, di minor qualità della vita.
Gli esami diagnostici (radiografie, ecografie, TAC e RMN), possono essere molto preziosi per talune condizioni cliniche (fratture, danni al midollo spinale, ecc.), ma una volta esclusi problemi “gravi”, per i risultati “minori e/o generici” non si rivelano di grande aiuto a spiegare la maggior parte dei dolori lamentati dal paziente. Anzi, gli studi hanno dimostrato che tali risultati possono essere dannosi da un punto di vista psicologico ed emozionale per il paziente!
Quando vedo e valuto nuovi pazienti, spesso arrivano con una cospicua “raccolta” di indagini ed immagini che mi mostrano con l’atteggiamento di ricercarne al loro interno il motivo del loro dolore persistente. La loro aspettativa è violata dalla mia valutazione clinica che prevede solo alla fine la consultazione delle radiografie! Per me è più importante la storia clinica, la dimostrazione funzionale e clinica del paziente: le immagini radiografiche sono utili nel momento in cui ci sia correlazione tra il disturbo lamentato ed il problema tissutale riscontrato.
Spesso le fonti del dolore (specie se cronico/persistente) dei pazienti sono altro da una “semplice” lesione dei tessuti (muscoli, tendini, legamenti, ossa, dischi…).
Prendiamo in considerazione alcuni risultati scientifici:
COLONNA LOMBARE: gli studi dimostrano che le degenerazioni discali sono presenti nel 40% delle persone sotto i 30 anni e in più del 90% delle persone sopra i 50-55 anni. Un altro studio dimostra come in soggetti SANI tra i 20 ed i 22 anni, il 48% di essi presenta una degenerazione discale e il 25% una protrusione.
COLONNA CERVICALE: uno studio su adulti ed anziani ha trovato che il 98% di essi senza dolore, mostrava la presenza di alterazioni degenerative nei dischi cervicali. Un altro studio ha confrontato le RMN di soggetti sani con quelle di persone che hanno subito un colpo di frusta al momento del trauma e dopo dieci anni. In entrambi i tempi di valutazione sono state riscontrate RMN simili e la presenza di degenerazione discale…
SPALLA: studi effettuati con RMN su soggetti che NON avevano dolore hanno evidenziato la presenza di lesioni parziali alla cuffia dei rotatori nel 20% dei soggetti, mentre nel 15% queste lesioni erano addirittura complete. In soggetti ASINTOMATICI con più di 60 anni, il 50% avevano una lesione alla cuffia dei rotatori, che non sapevano di avere.
GINOCCHIO: gli studi hanno evidenziato che più dell’85% degli adulti senza dolore, avevano indagini radiografiche che mostravano qualche forma di degenerazione tissutale!
PIEDE: come è noto che ci sia una importante associazione tra sperone calcaneare e fascite plantare, è altrettanto interessante sapere che circa il 32% delle persone senza dolore al piede o al calcagno, hanno uno sperone calcaneare visibile radiograficamente.
TRATTIAMO LA PERSONA, NON LA LASTRA!
Dott Lorenzo Rossi – Fisioterapista spec in Terapia Manuale
NON E' SOLO QUELLO CHE FAI, MA CIO' CHE PENSI DI FARE CHE FA LA DIFFERENZA.
NOI TI AIUTIAMO A FARLA!